domenica 12 dicembre 2010

NIENTE PAURA

Non pensavo fosse così. Non pensavo che criticare l'azione significasse insultare l'essere. Non pensavo...
Confesso: non ho mai avuto paura di nulla e di nessuno. Perchè con nessuno ho avuto comportamenti lesivi. Ma alcuni piccoli episodi mi hanno raggelato. Se da me si vuole una risposta, non sarà certo una risposta di resa, di abbandono. Spero solo di non rimanere solo.
"Niente paura, ci pensa la vita...mi han detto così!
A parte che ho ancora il vomito per quello che riescono a dire
Non so se son peggio le balle oppure le facce che riescono a fare."




NON HO PAURA

venerdì 10 dicembre 2010

CHISSA' COME FINI-RA'?

Data astrale 10 dicembre 2010: mentre Laterza vive il suo giorno 306 senza il suo populista preferito, a Roma per un altro, ben più importante, populista si avvicina una data cruciale per la sua attività governativa.
Il 14 dicembre, infatti, è calendarizzato il voto di sfiducia alla Camera dei Deputati. Che si aprano le danze allora! O meglio: le trattative!
Così, mentre un PdL prova a ricucire con Fli, un altro PdL prova (e anche con discreti risultati) a "convincere" qualche scontento seduto (ma solo seduto!) nei banchi della sinistra a "zompà" dall'altra parte (vi giro questo video per rendervi l'idea!).
Uno dei procacciatori è Mario Pepe che spensierato rilascia un intervista a la Repubblica (questo il link): un intervista da antologia per gli appassionati di thriller psicologici. Il medico pidiellino risponde lapidario e serafico. E ribadisce che lui "capto, intravede, a volte origlia, spesso intuisce" come solo uno che "sa stare in campo" sa fare. Ecco che ritorna l'espressione "saper stare in campo": degna più di un piazzista che di un parlamentare. Verrebbe da pensare: che sa da fà per campà!
Intanto spunto le prime defezioni, le prime cavalcate da sinistra verso destra. Il primo transfugo è Antonio Razzi che lascia l'IdV per NoiSud perché il brutto rapporto con Di Pietro ha minato la salute della moglie, almeno così afferma l'onorevole(?).
I "secondi" (sono tre ma vanno a braccetto) sono Massimo Calearo (ex Api), Bruno Cesario (ex Api) e Domenico Scilipoti (ex IdV): con la loro unione nasce il "Movimento di responsabilità nazionale". "Ci stimavamo da sempre e ci siamo uniti ora!" - afferma Scilipoti. Nella conferenza stampa, il "grande" partito si mostra già plurale: tre persone, tre voti diversi per la sfiducia. Insomma, discussione e libertà di pensiero: un partito che già mi affascina!
Mi soffermo, però, sul più "comico" dei tre: Domenico Scilipoti. Comico nelle affermazioni e nel fisico (ditemi se non assomiglia a Danny DeVito!). Ed è, per me, comico per le parole con le quali esprime la sua posizione politica. Termini come "responsabilità", "scelta" e "raziocinio" hanno una valenza sacra per la politica (come per la vita). Ma detti da lui, questi concetti, subiscono uno "strappo semantico" non indifferente: come può essere responsabile e sincero (parola poco citata in politica e spesso mal sostituita con "fedele") un uomo che passa da una parte all'altra il giorno prima di una votazione cruciale per il governo e per il Paese? dov'era prima questa responsabilità che ora s'accende nei cuori di questi cavalieri della Nazione? Domande queste che, se poste ai diretti interessati, non avrebbero responsabili risposte ("responsabilità" deriva dal latino "respondeo" e, a rigor di logica, significa "rispondere di/a").
Detto questo, confesso, il titolo di questo post prende spunto dall'affermazione del Presidente Napolitano che, negando qualsiasi capacità premonitoria, dichiarava di aspettare per vedere "come va a finire".
Nell'attesa, per chi è ingordo di notizie e di pettegolezzi politici c'è la diretta di la Repubblica (questo il link). Insomma, "Tutta la compravendita minuto per minuto": perché nessuno vuole morire a Natale!

mercoledì 1 dicembre 2010

La politica laertina ai tempi del panettone

"Sabato sera sono stato a Laterza (Taranto) per presentare il candidato sindaco del centrosinistra alle prossime elezioni comunali. Si chiama Gianfranco Lopane ed è un giovane ingegnere gestionale laureato al Politecnico di Bari che ha stravinto le primarie con quasi duemila voti. Mi ha commosso sentirlo parlare con competenza ed emozione della sua città". Così Michele Emiliano commenta, sulla sua pagina Facebook, la serata laertina. A lui (che ha promesso di tornare e noi, chiaramente, lo aspettiamo a braccia aperte!) ri-va il mio più sentito ringraziamento, anche a nome dei 2020boys&girls, del csx partitico e associazionistico..ma anche (e soprattutto) di tutta la cittadinanza che, sabato sera, è stata ammaliata da questo gigante della buona politica.

Eppure the "show must go on". Andiamo avanti, allora. Quali sono i prossimi passi, dite? Io "milito" nel centrosinistra e, dunque, di centrodestra ne capisco poco. Eppure due parole le spenderò pure per l'altra fazione.
Dicevamo "show must go on". E lo spettacolo continuerà per tutti.
Urge, per cominciare la delucidazione, una riflessione costruita sulla fonetica inglese. La terminologia verbale "go on" in inglese si pronuncia allo stesso modo di "gone". Chiaramente, però, i due verbi hanno significato diverso. Chiarisco meglio: "go on" ha il significato di "andare avanti" o "continuare"; mentre "gone" significa "andato", "finito", "passato", "spacciato", "perduto". Capite ora che ad una similissima pronuncia non corrisponde una interpretazione altrettanto speculare.
Ma, allora, per chi lo spettacolo ha buone possibilità di proseguire (go on) e per chi, invece, sembra, a mio modo di vedere, ormai alle battute conclusive (gone)?
Il centrosinistra, anche grazie alle primarie, ha trovato una quadratura per quanto riguarda il capitano della squadra, per un impalcatura programmatica e per i criteri per la formazione della lista (competenza, moralità, parità di genere, assenza di conflitto di interessi). La volontà, inoltre, è quella di comporre una squadra che, partendo dai suddetti criteri, valorizzi il "nuovo che avanza" senza per questo estirpare quella giusta esperienza che può far solo bene in un'amministrazione comunale. Tutti i partiti, inoltre, si stanno impegnando come possono, assieme al candidato sindaco per recuperare lo scontento Stano e serrare definitivamente le fila. Le premesse sono ottime ed incoraggianti: lo show può andare avanti (ci è scappata anche la rima, mi è aumentata anche l'autostima!...altra rima).
Il fronte centrodestra appare ancora frastagliato: quattro candidati per il PdL (Iacobellis, Minei, Pugliese, Saccomanni) e tre del neonato movimento Tradizione e Progresso (Di Lena Vito, Perrone Francesco, Catucci: ho specificato i nomi dei primi due non per preferenza ma per evitare omonimie). Tutti candidati, qualcuno un po' più degli altri ma tutti legittimati e auto-legittimantesi.
Qualcuno lascia commenti laconici su facebook, qualcuno gira per la città dicendo, quasi in lacrime, di essere pronto ad un passo indietro, qualcuno gira per bar ridendo e scherzando con la gente mentre riassapora la luce dopo anni di buio. Qualcuno là, qualcuno qua, qualcuno lì.
La vox populi, sempre arguta e preparata, annuncia un ricompattamento imminente del gruppo destrista. E la suddetta vox, sibilando, dice anche il perché: paura di perdere il piccolo scettro, la rete di potere creata in circa 10 anni di amministrazione. Questo, però, lo dice il popolo. Come dite? Il Presidente del Consiglio ha detto che il popolo ha sempre ragione (quando sceglie lui!)? Ah bè, forse gliel'ha detta Putin!
Tornando seri: il centrodestra è lontano da un definitivo assetto (compatto o diviso). Quindi lo show, almeno per ora, sembra, per loro, ai titoli di coda. E ciò sembra ancora più vero anche per un dato meramente politico: in questi 297 giorni senza sindaco, il PdL è stato pressoché assente dalla piazza e vuoto in proposta politica. Pertanto, aspetto con impazienza una idea, una parola di verità su tutto anche dal cdx. E sarò qui, pronto a parlarne criticamente (nel senso greco del termine!).
Eppure, amiche e amici, la situazione è talmente atipica da crearmi pensieri, ma soprattutto dubbi. Ho parlato con un esponente politico del centrodestra laertino, il quale mi riferiva della sua sicurezza nella riappacificazione della ex-maggioranza..e poi della loro vittoria finale. Non mi ha affatto convinto, per esser sinceri. E i dubbi son restati e credo che con me mangeranno il panettone.
Anche perché, scrisse Luciano De Crescenzo nel suo libro intitolato Il dubbio: "Solo gli imbecilli non hanno dubbi!", "Ne sei sicuro?", "Non ho alcun dubbio!".

P.S. In inglese le frasi corrette per esprimere le differenze emerse da quest'analisi sarebbero così: "the show must go on" e "the show is gone", "lo spettacolo deve continuare" e "lo spettacolo è finito".
A presto

domenica 28 novembre 2010

20 in poppa: Direzione Futuro!

Ieri sera Laterza ha accolto il sindaco di Bari Michele Emiliano. Una Cittadella stracolma ha, infatti, preso parte all'evento di Laterza2020 denominato "20 in poppa".
Ad avere il compito di inaugurare la serata era proprio chi vi scrive. Non è stato facile con a un gigante dall'occhio sorridente al mio fianco e con un pubblico mai così folto. Insomma, bella emozione.
Dopo il saluto dei partiti presenti in sala (SeL non lo era perché la sua dirigenza era a Roma, alla manifestazione della CGIL), la parola è passata al candidato sindaco Gianfranco Lopane e all'illustre ospite della serata, il buon Emiliano.
Tra i due, oltre ad una buona affinità elettiva (in tutti i sensi possibili della parola "elettiva"!), c'è stato subito feeling programmatico-strutturale: dai punti chiave del programma all'importanza della squadra di governo, Emiliano ha sottolineato quanto detto da Gianfranco. L'ex magistrato non è stato avaro di consigli al candidato sindaco, alla coalizione ed alla cittadinanza.
Io, chiaramente, posso raccontare tutto da una prospettiva diversa: ero lì di fianco a lui, una bestia di stazza (fisica e politica). E francamente ho provato una certa emozione: mi è sembrato di conoscerlo da sempre!
Per questo, in alcuni frangenti (e soprattutto quando "preparava" Gianfranco alla vita da sindaco), mi è parso che a parlare ci fosse un fratello, un padre..che bonario dispensa il suo passato a chi verrà dopo.
Uniti, Gianfranco e Michele, anche nell'appello a Stano: restiamo insieme, senza pretese...perché a pretendere il meglio è il paese! E' la platea ha sonoramente approvato l'accorato appello.
L'abbraccio finale tra i due e le foto con i giovani di L2020 sono, esemplificando, la chiusura migliore per il messaggio più giusto: Laterza ora è pronta a cambiare per davvero.

P.S. In me resterà il ricordo di una serata bellissima e di una persona umana e disponibile. A nome mio, di Laterza2020, del Pd, di tutto il centrosinistra e di tutta la città...a Michele va un grandissimo GRAZIE!

mercoledì 17 novembre 2010

Lezioni di politica: il sogno come risveglio

Alle primarie milanesi vince Pisapia: un miracolo annunciato ma comunque molto bello. Eppure non riesco a comprendere come la dirigenza meneghina del Pd (sconfitto col buon Boeri) debba tornare a casa invece di continuare a costruire una coalizione ed un programma forti per espugnare la roccaforte della destra borghese (e anche un po' razzista).
La sconfitta di Boeri, di circa 5 punti percentuali, contro Pisapia non è sicuramente una cosa che deve rallegrare i vertici del Pd..ma di qui a tornare a casa ce ne vuole!
Perdere, si sa, non piace a nessuno..e guai se non fosse così! A fronte della sconfitta, l'analisi del voto è il rito immancabilmente frustrante per i vinti. Ma, a mio modesto avviso, ai democratici milanesi è mancato il tempo per rifletterci su: la sconfitta di un candidato alle primarie di coalizione non è una sconfitta del partito tout court, ma la sconfitta di un volto, di un carisma che, suo malgrado, non è stato recepito come leader di una coalizione.
Ci ripetiamo da anni che le primarie devono essere una festa della partecipazione popolare. Ma dimentichiamo che restano una competizione dove c'è chi vince e c'è chi perde. La delusione del vinto, la gioia del vincitore sono reazioni umane..ma spesso distolgono dal dato di partenza: la scelta della gente è insindacabilmente bella. E se il "Golia-Pd" perde contro il "Davide-Sel", da iscritto del Pd, mi interessa per un minuto...ma poi cerco di guardare avanti. Perché i capitoli che si chiudono, lasciano il passo ad altre parole e ad altre storie forse più belle ed avvincenti. Se le si vive insieme, ovviamente.
Questa mia riflessione nasce dalla situazione milanese della quale, francamente, non capisco i presupposti logici (le dimmissioni di una dirigenza sono naturali in caso di pesante sconfitta nelle tornate elettorali ufficiali!). Chiaramente, il canovaccio della storia milanese e il mio pensiero sono universalmente valide.
A tal proposito, uno spunto di riflessione mi vien dato da un articolo apparso sul sito della stampa (leggi qui). Credo che la lucidità dell'analisi qui riportata possa essere un severo monito per salvare la sinistra e creare una nuova mentalità, una nuova cultura, un nuovo sogno. Di sinistra, finalmente.

lunedì 8 novembre 2010

Prossima fermata Italia: rottamatori di idee

Prima di andare a studiare, mi sembra giusto postarvi qualcosina in merito all'atteso evento di questo week-end, cioè Prossima fermata Italia.
L'hanno chiamato meeting dei rottamatori. Io, da casa, non l'ho vissuto così. Ma lo guardavo con il cuore ricolmo di speranza e di gioia perché, per la primissima volta, il Pd e la sinistra parlava i politica. Sul palco si sono succeduti in tantissimi che, nei loro cinque minuti, hanno parlato di un argomento a partire da una parola chiave...in modo tale da poter formare un vocabolario di contenuti per l'Italia.
Parlare di quel che è stato detto mi è impossibile qui ma vi posterò qualche intervento dei "big" dalle quali parole, credo, occorrerà ripartire.

Ivan Scalfarotto ha scelto parola Perpetui: “Mi faccio carico io di dire che la questione generazionale c’è. C’è anche un problema generazionale. I problemi non possono che essere risolti da chi ne sente l’urgenza. Crediamo di vivere in un paese garantista sul fronte del lavoro, e invece abbiamo un esercito di giovani schiavi. Non c’è questione tattica per distruggere le speranze dei giovani siciliani. Sostenere il governo Lombardo è una decisione che ha una valenza devastante. “Io sono il vice presidente del PD e sono orgoglioso di essere vice presidente del PD che si è riunito a Roma. Ho sentito la medesima buona volontà, l’entusiasmo, quello che ci serve. Il PD di Roma e quello di Firenze non sono due partiti diversi: sono lo stesso partito. E io sono orgoglioso di essere vicepresidente di questo partito”.

Matteo Renzi: “Esiste una sola grande possibilità per chi crede nei valori dell’impegno: non abbandonare gli altri al proprio futuro. Eppure l’abbiamo fatto. In Brasile una donna è appena stata eletta presidente della repubblica: certo non ha fatto festini. Certo si è messa in scia di un grande personaggio e di un grande sindacato che l’hanno aiutata a crescere. Oppure prendete gli Stati Uniti: Obama prende una tranvata storica. Perché non è stato bravo a comunicare? A me piace pensare che quella scelta di cui la accusano – la riforma sanitaria – sia una di quelle scelte per cui vale la pena anche correre il rischio di prendere una tranvata. E c’è anche qualcosa che è accaduto a destra. Un ragazzo degli anni Settanta, un repubblicano. Si chiama Marco Rubio. Il primo ispanico che sta cambiando la storia del suo partito, un giovanotto maleducato. Finché la destra repubblicana avrà Rubio e la nostra destra avrà Ruby, non andremo da nessuna parte. Da sei mesi stiamo dietro a Granata, Briguglio, Bocchino. Davvero è una discussione che non riguarda l’Italia. Non è che hanno due idee diverse: non possono raccontarci che hanno cambiato idea dopo diciassette anni a votare tutte le leggi ad personam. Io ieri li ho paragonati a Beautiful, magari sono stato maleducato: aspetto che Ridge e Thorne si lamentino. Ma credete che il problema di questo paese sia la legge elettorale? Non è vero. Sì, è una legge elettorale vergognosa. Tutti vogliono cambiarla ma non dicono mai come, perché non sono d’accordo. Perché non lo fanno adesso? E allora la legge elettorale è il grande alibi per fare un bel governone tecnico per esautorare la politica e consentire a Berlusconi di riguadagnare la sua verginità politica. È mai possibile che questo partito abbia scelto il casting invece che le primarie, al momento di fare le liste elettorali? Primarie sempre e ovunque per la scelta dei parlamentari.
Se quando ho parlato di rottamazione avessi pensato che per due mesi il PD avesse parlato di rottamazione, mi sarei sganasciato dalle risate. Ma vi pare che io voglio mettere in un compattatore delle persone? Chi dice così ha un problema, perché vede se stesso nella propria carriera politica. Noi abbiamo una emergenza. Abbiamo gli stessi leader che sono lì da più di vent’anni. Nel mondo normale i partiti rimangono fermi, i leader cambiano. Da noi i partiti cambiano e non c’è possibilità di cambiare leader. Dicono: ganzo Renzi, lo dice perché ci vuole andare lui. È uno degli elementi più tristi del retropensierismo: l’idea che non si possa dire nulla senza che qualcuno dica ‘vedi cosa c’è sotto?’. L’idea che non si possa esprimere il proprio pensiero senza essere accusati di avere interessi personali. Fateci parlare liberamente di politica. Il creativo della politica italiana, parliamone.
L’Unione ha dato vita al momento più diviso della repubblica. Il Partito dell’amore: il giorno dopo che l’ha detto sembrava la guerra dei Roses. Il Popolo della Libertà: tu dissenti? Fuori. Ora, è possibile che noi ci chiamiamo Partito Democratico e si debba trattare chi non è d’accordo come un nemico?
Bersani dice ‘amate la ditta’. Vorrei presentarvi la mia maggioranza: io sono il sindaco dell’unica grande città in cui il PD è maggioranza assoluta. Lo è perché gli eletti nelle liste civiche sono entrati nel PD. Noi non siamo una componente di un partito: noi amiamo profondamente la ditta. È che non vogliamo vederla fallire. Voi dovete avere rispetto per noi, noi avremo rispetto per voi. Nessuno di noi viene da Marte o da una storia inventata. Io sono stato cooptato da presidente della provincia, non è che ho vinto la lotteria. Poi ho capito che se fossi rimasto lì sarei diventato un pollo da batteria. Dobbiamo dire al passato: grazie. Ma al futuro: sì. Non possiamo diventare i reduci e i nostalgici della politica italiana. Dicono che il problema l’ho posto io. Ma vi rendete conto che questo non è un paese normale? Non è che siccome Berlusconi sa comunicare bene, noi per essere diversi non dobbiamo comunicare. Dobbiamo fare capire alle persone quello che diciamo. Abbiamo bisogno di tornare a parlare la parola delle emozioni. La politica deve produrre sentimenti: se no produce rabbia.
Sul lavoro non ha senso fare il derby tra Marchionne e la FIOM. C’è un’urgenza di innovazione. L’unica cifra della rappresentabilità del mondo del lavoro non può essere i pensionati.
Io sono cattolico, ne sono fiero e non mi vergogno. Ne sono fiero quanto sono fiero della mia laicità quando governo da sindaco di Firenze. Quello che ho capito stando da sindaco nell’ospedale dove un ragazzo di 21 anni era appena uscito dalla sala operatoria perché in questa città un gruppo delinquenti lo avevano picchiato fino a sfigurarlo solo perché amava un uomo. Quel ragazzo mi ha fatto venire un sentimento di rabbia che è pari a quello di una signora perbene di Firenze che quando ho messo una canzone di Tiziano Ferro durante un matrimonio s’è lamentata perché era un culattone. Questo punto è un punto culturale drammatico che sostanzia la battuta di Berlusconi. Facciamo un grande investimento sull’unica cosa che ci salverà: la parola cultura, la parola bellezza. Bondi e Tremonti. Io non so chi tra loro è responsabile per la vicenda di Pompei, ma uno dei due si dimetta.
Noi pensiamo che soltanto mettendoci in gioco riusciremo a cambiare questo paese. Il nostro tempo o ce lo prendiamo noi o non ce o prendiamo mai. Da Firenze ci rimettiamo in gioco senza pretendere posti, senza invocare protezioni, ma senza chiedere ad altri ciò che ci prenderemo da soli.”

E poi Pippo Civati: “Rottamazione sarà anche un termine poco educato, ma l’usato poco sicuro di Fini non va bene. Noi vogliamo ripartire dai ritardi, dalle indecisioni e dagli sprechi del Paese. L’Italia è una tartaruga che va piano, che però potrebbe volare e occuparsi di chi verrà dopo di noi. Nella prossima Repubblica si va con una cultura politica diversa. Non è solo importante numerare le proposte, ma dare delle priorità. Immigrazione, ambiente, sono temi poco affrontati. Ci rivolgiamo a chi ha voglia di costruire un paese con un partito nuovo, quello di chi non è ancora garantito.
Non ci interessa la collocazione nostra, ma quella del PD e il suo ruolo nel mondo. Ci dicono che non abbiamo contenuti, ma ne avete sentiti in questi giorni. Ci sono cose già sentite, ci dicono, certo, peccato che in Italia nessuno le abbia poi mai fatte. Non siamo una corrente, siamo una campagna, un’energia, tanti punti di vista. Se Bersani ce lo chiede gli organizziamo una cosa simile. Vorrei un PD quasi banale. Il PD del consigliere tunisino e anche italiano. Il PD dell’artigiano di Pontida, che magari non vota più la Lega e non sa chi votare. Il giovane davanti a un PC ad Arcore o Siracusa. Un PD dedicato alle donne italiane che vanno onorate come va onorata la Repubblica.”

Rottamazione è termine indelicato se riferito ad una persona. Io sono un rottamatore delle idee e dei modi di far politica. Ed è in quest'ottica che andava e va vista il meeting della Leopolda. Spero che i più capiscano: questo tempo è nostro e ce lo prenderemo!

Lode del dubbio (di Bertolt Brecht)

Sia lode al dubbio! Vi consiglio, salutate
serenamente e con rispetto chi
come moneta infida pesa la vostra parola!
Vorrei che foste accorti, che non deste
con troppa fiducia la vostra parola.


Leggete la storia e guardate
in fuga furiosa invincibili eserciti.
In ogni luogo
fortezze indistruttibili rovinano e
anche se innumerabile era l'armata salpando,
le navi che tornarono
le si potè contare.
Fu così un giorno un uomo sulla inaccessibile vetta
e giunse una nave alla fine
dell'infinito mare.

Oh bello lo scuoter del capo
su verità incontestabili!

Oh il coraggioso medico che cura
l'ammalato senza speranza!

Ma d'ogni dubbio il più bello
è quando coloro che sono
senza fede, senza forza, levano il capo e
alla forza dei loro oppressori
non credono più!

Oh quanta fatica ci volle per conquistare il principio!
Quante vittime costò!
Com'era difficile accorgersi
che fosse così e non diverso!
Con un respiro di sollievo un giorno
un uomo nel libro del sapere lo scrisse.

Forse a lungo là dentro starà e più generazioni
ne vivranno e in quello vedranno un'eterna sapienza
e spezzeranno i sapienti chi non lo conosce.
Ma può avvenire che spunti un sospetto, di nuove esperienze,
che quella tesi scuotano. Il dubbio si desta.
E un altro giorno un uomo dal libro del sapere
gravemente cancella quella tesi.

Intronato dagli ordini, passato alla visita
d'idoneità da barbuti medici, ispezionato
da esseri raggianti di fregi d'oro, edificato
da solennissimi preti, che gli sbattono alle orecchie
un libro redatto da Iddio in persona,
erudito da impazienti pedagoghi, sta il povero e ode
che questo mondo è il migliore dei mondi possibili e che il buco
nel tetto della sua stanza è stato proprio previsto da Dio.
Veramente gli è difficile
dubitare di questo mondo.
Madido di sudore si curva l'uomo
che costruisce la casa dove non lui dovrà abitare.

Ma sgobba madido di sudore anche l'uomo
che la propria casa si costruisce.
Sono coloro che non riflettono, a non
dubitare mai. Splendida è la loro digestione,
infallibile il loro giudizio.
Non credono ai fatti, credono solo a se stessi.

Se occorre, tanto peggio per i fatti.
La pazienza che han con se stessi
è sconfinata. Gli argomenti
li odono con gli orecchi della spia.

Con coloro che non riflettono e mai dubitano
si incontrano coloro che riflettono e mai agiscono.
Non dubitano per giungere alla decisione, bensì
per schivare la decisione.
Le teste
le usano solo per scuoterle. Con aria grave
mettono in guardia dall'acqua i passeggeri dl navi che affondano.
Sotto l'ascia dell'assassino
si chiedono se anch'egli non sia un uomo.

Dopo aver rilevato, mormorando,
che la questione non è ancora sviscerata vanno a letto.
La loro attività consiste nell'oscillare.
Il loro motto preferito è: l'istruttoria continua.

Certo, se il dubbio lodate
non lodate però
quel dubbio che è disperazione!
Che giova poter dubitare, a colui
che non riesce a decidersi!
Può sbagliare ad agire
chi di motivi troppo scarsi si contenta!
Ma inattivo rimane nel pericolo
chi di troppi ha bisogno.

Tu, tu che sei una guida, non dimenticare
che tale sei, perché hai dubitato
delle guide! E dunque a chi è guidato
permetti il dubbio!

martedì 2 novembre 2010

CHI FERMERA' LA MUSICA?

In queste ore attacchi personali a tutti: ai ragazzi di L2020, ai partiti, ai sindacati, a me (pooovero me!), a Gianfranco Lopane...a tutto e tutti!
Allora per stemperare un po' gli animi...ho un video musicale per tutti!

AI RAGAZZI DI LATERZA2020


A GIANFRANCO LOPANE


AI SUOI ELETTORI


E QUESTA LA DEDICO A TUTTI..MA SPECIALMENTE A ME!


Queste canzoni le pubblico per sorridere un po'. Perché oggi non ho sorriso per nulla: amici che leggete, noi ragazzi siamo stanchi d queste polemiche sterili e basate sul pettegolezzo. Sappiamo che non si potrà mai esser tutti d'accordo su di una persona (è chiaro: le opinioni di tutti sono personali e quindi diverse tra loro). Vi chiedo, anche a nome degli altri ragazzi di L2020, solo una cosa: rispettateci per quello che abbiamo fatto, e cioè per il nostro lavoro che è sotto gli occhi di tutti se solo ci raggiungete in sede.
Per quanto riguarda le critiche, noi le sappiamo accettare...ma le gradiremmo costruttive! Insomma, parliamo di cosa non ci piace della nostra città, come vorremo fosse, cosa fare per i giovani, per le donne, per gli anziani..e via discorrendo.
Spero solo che questo post...non rechi sotto di se la scritta "0 commenti".
Un abbraccio,
Seneca

UNA VITTORIA DI TUTTI E PER TUTTI

Un titolo del genere farebbe pensare ad un pareggio. E invece no ed è giusto che qualcuno abbia vinto. In questo caso Gianfranco Lopane che ha ottenuto 1926 preferenze al cospetto delle 1678 di Sebastiano Stano.
Sarà quindi lui a guidare il centro-sinistra alle comunali dell'anno venturo.
Un progetto, quello incarnato alle primarie da Gianfranco, che parte da lontano e lontano vuole arrivare. E mi riferisco ai ragazzi, folli realisti, di Laterza2020 che tanto hanno lavorato in questi mesi (chi vi scrive ha dovuto rimandare un esame per gli impegni politici: lo rifarei, ben inteso!) e che domenica notte hanno gioito.
Vi parlo a titolo personale: a risultato acquisito ho pianto lacrime che sapevano di stress e gioia, di stanchezza e felicità.
Ho seguito lo scrutinio lontano dal seggio per la tensione accumulata nella giornata ma poi mi sono fiondato alla Cittadella. E lì ho trovato tutti i compagni di un avventura estenuante e esaltante e, con loro, gli abbracci sembravano non finire mai.
Mi sono commosso tantissimo all'abbraccio con Giuseppe, con la mia ragazza (che tanto mi ha sostenuto in questi mesi), con gli amici pre-politici e con Gianfranco che vedendomi ha esclamato "Dove ti eri cacciato Seneca?!?". E Seneca l'ha abbracciato come si deve ad un amico oramai di vita e non solo di politica.
Ma, giustamente, dopo i nostri abbracci c'era qualcun'altro che andava degnamente salutato: Sebastiano Stano al quale ho detto che, sì, ai miei occhi era stato bravo. L'abbraccio con Stefano, mio caro amico di lunga data e nipote di Sebastiano, sapeva di vittoria comune. Stefano ripeteva che era stata una grande festa. E come dargli torto: 3700 in coda, col freddo, per votare alle primarie di una coalizione non è cosa che accade spesso.
Ecco allora spiegato il titolo di questo post: la partecipazione è stata la vittoria di tutti. E tutta quella gente era lì per chiederci di stare uniti. Perché solo uniti, con un progetto forte e con un rinnovamento di competenza riusciremo a vincere.
E' giusto sottolineare, però, l'importanza e la forza dei quasi 2000 voti presi da Gianfranco: la gente ha scelto, vuole e pretende il nuovo di faccia e di stile politico. E' la scelta che io auspicavo...e noi di L2020 tiriamo dritto su questa strada.
Allora va bene così: Gianfranco è stato scelto come capitano della squadra. Ora, però, formiamo una bella lista: è la gente che ce lo chiede, non deludiamola!

mercoledì 27 ottobre 2010

UN FUTURO COMUNE: ALLE PRIMARIE, GIANFRANCO LOLPANE

Amiche ed amici, questo è il link per sapere tutto quello che vi serve per cambiare il futuro di Laterza. Le primarie, ormai è ufficiale, si terranno domenica 31 ottobre. E, manco a dirlo, io ho scelto, ormai da tempo, Gianfranco Lopane.
Se è anche voi siete stanchi di vedere stesse (stantie) idee e stesse (stantie) facce..scegliete Gianfranco. Ad aiutarlo in questa battaglia ci sono tantissimi giovani come me che, da folli realisti, si sono messi in testa, con tantissima passione, di disegnare insieme un futuro comune. La scelta di domenica è cruciale!
Per maggiori ed ulteriori informazioni, anche e soprattutto sulle idee messe in campo da Gianfranco Lopane e L2020, visitate il sito web di Laterza2020. Sosteneteci amiche ed amici, continuate a farlo come avete fatto in questi mesi: ora però siamo alla stretta decisiva! L'ultimo sprint lo diamo insieme: CREDIAMOCI!!!

sabato 16 ottobre 2010

IN INTERNET VERITAS

La ricordate la legge "Ammazza-blog" tanto agognata dal governo (ancora) in carica? Come no! Quella che avrebbe voluto limitare l'informazione anche sul web. Se davvero non la ricordate, vi suggerisco approfondimenti leggendo qui, quo e qua. E' una legge che, purtroppo, sta tornando. In parlamento e en plein air, in pubblico insomma.
I blog, e soprattutto i blogger, vengono dovunque accusati di diffamazione e chiunque ne vorrebbe la chiusura.
Mi (e vi) domando il perché di questa "persecuzione". Sarà che su internet gira e si fa sentire la vox populi che, seppure non è propriamente vox dei, comunque la si veda dice le cose come (più o meno) stanno...aggiungendo, ovviamente, l'ironia ed il sarcasmo che rendono le idee ancora più comprensibili.
E se a capo di questa "persecuzione" si ergono politici e politicanti di ogni "misura" ed estrazione (pseudo)parlamentare la cosa è ben più chiara: la politica, a volte, ha paura della verità. Perché la verità ti fa male, lo so...





Lo so che non ho sbagliato una volta e mai sbaglierò
(la verità ti fa male, lo so)
Non dovresti pensare a me
ma stare più attento a te
C'è già tanta gente che
ce la su con te, chi lo sa perché?


Caterina Caselli docet!

sabato 9 ottobre 2010

Laterza2020 non si ferma: che le volpi se ne facciano una ragione!

Naviganti, è online il sito web di Laterza2020. Visitate tutte le varie sezioni...troverete spazio per le vostre idee con le varie discussioni sul forum, così come sranno proposti vari sondaggi, per non parlare degli aggiornamenti sulla vita politica e non della città di Laterza.
E' un progetto, quello di Laterza2020, che sta crescendo...e crescerà checchè ne dicano i mestieranti che, come potete notare, vogliono sempre mettere in soffita il rinnovamento. Ma ora no...ora c'è chi non abbasserà la voce e lo sguardo: giovani sì, fessi no!

P.S. Per lasciarvi, vi suggerisco l'ascolto di questa canzone che un mio caro amico mi ha a sua volta girato: non trovate nulla di familiare?!?

giovedì 7 ottobre 2010

CIAO SARAH

Amici, stanotte la verità sulla sorte di Sarah Scazzi è venuta a galla: è morta strangolata e violentata dallo zio. Io non ho parole e preferisco lasciare un breve post per ricordarla. E' stata nei nostri pensieri sempre...sorella per i suoi coetanei, figlia per gli adulti. Non ci sono spiegazioni ne possibili scuse per un atto così vigliacco e inumano.
Vi lascio con questo video che io stesso ho avuto difficoltà a guardare.
"Si può misurare il moto dei corpi, non l'umana follia". E questa è la riprova che Newton non si sbagliava!

lunedì 4 ottobre 2010

Il Manifesto dei cervelli in fuga (di Mauro Munafò, da L'espresso.it)

E' una classe dirigente in esilio. Giovani con laurea e master fuggiti dall'Italia per cercare un posto in cui essere valorizzati senza giochi di potere, parentopoli e raccomandazioni. Esperienze e storie che provano a riunirsi intorno a un Manifesto degli Espatriati, un agile documento di dieci punti che fotografa la situazione del Bel Paese tra ricambi generazionale mai avvenuti e welfare state inesistenti.

E' questa la provocazione lanciata da Sergio Nava e Claudia Cucchiarato, autori rispettivamente di "Fuga di talenti" e "Vivo Altrove", due libri che denunciano la situazione dell'emigrazione professionale dal nostro paese: la cosiddetta fuga dei cervelli. Il loro manifesto, appena lanciato, vuole "denunciare tutto ciò che in Italia non funziona – recita il testo - impedendo ai giovani di emergere: dai processi selettivi carenti alla gerontocrazia e raccomandazione imperanti, dal Welfare State inesistente per i giovani al ricambio generazionale mancato.

Il "Manifesto" mette nero su bianco le cause dell'espatrio di centinaia di migliaia di giovani italiani. Brillanti, ma senza gli "agganci" giusti". Un documento aperto alle firme di tutti quegli italiani emigrati che sperano un giorno di tornare, ma con un paese diverso da quello che hanno lasciato. "Dalle storie che abbiamo raccolto – spiega Sergio Nava, autore di "Fuga di talenti" - emergevano quasi sempre gli stessi motivi che costringevano i ragazzi alla fuga. Allora abbiamo deciso di lanciare questo manifesto per inviarlo alle autorità e far crescere la consapevolezza di questo fenomeno in corso".

Una corsa all'estero dei talenti più preparati, aggravata dall'incapacità del nostro paese di attirare i cervelli altrui. Secondo i dati di una ricerca della fondazione Debenedetti, su cento laureati nel nostro paese solo il 2,3% sono stranieri, mentre la media dei paesi Ocse è del 10,45%.

I laureati italiani che sono andati a lavorare in altri paesi Ocse sono quasi 400 mila, mentre solo 85 mila sono gli stranieri arrivati qui con laurea: un saldo negativo di oltre 300 mila cervelli. "Questo dato – spiega Nava – è ancora più preoccupante se si considera che la percentuale di laureati in Italia è molto bassa e quei pochi che abbiamo sono costretti ad andarsene".

Numeri completi sul fenomeno non ne esistono, e anche l'anagrafe degli italiani all'estero raccoglie solo una parte dei connazionali andati via. Anche per questo Repubblica.it e Claudia Cucchiarato hanno lanciato un censimento per radunare dei dati utili.

Le iniziative degli ultimi anni per il "contro esodo" di cervelli, promosse da Regioni e Governi, non hanno ottenuto grandi risultati. "Il problema – continua Nava – è che questi ponti creati dalle istituzioni con agevolazioni fiscali sono giusti, ma se dall'altra parte del ponte rimane il sistema italiano, allora perché tornare? Chi ha 35 anni è considerato un ragazzino, chi ha un curriculum internazionale finisce dietro a chi è stato sempre fedele a un sistema". Più che una semplice denuncia del fenomeno, che va avanti da più di dieci anni, il Manifesto degli Espatriati vuole però costruire una comunità e dargli una voce. "Chi va via dall'Italia finisce per tagliare i ponti con il mondo del lavoro italiano, in cui un curriculum vitae internazionale conta meno di un cognome. Se vai in un altro paese significa che non esisti più per l'Italia, e questo non è possibile".

Ecco allora che il Manifesto cerca di riunire la massa critica degli emigrati per farli "pesare" davvero e fare pressione contro la mentalità provinciale che domina nei piani alti nostrani. Il punto numero dieci del manifesto è, in questo senso, un piano di battaglia: "Noi giovani professionisti italiani espatriati intendiamo impegnarci, affinché l'Italia torni ad essere un "Paese per Giovani", meritocratico, moderno, innovatore. Affinché esca dalla sua condizione terzomondista, conservatrice e ipocrita. E torni ad essere a pieno titolo un Paese europeo e occidentale. Ascoltate la nostra voce".

giovedì 30 settembre 2010

Happy birthday, Mr. President

Ieri, 29 settembre, il Presidente del Consiglio era (insolitamente) impegnato alla Camera dei Deputati. Si giocava tutto dalla legislatura alla vita privata alla vita penale. E gli è andata bene. Fiducia ampia con i 342 "sì".
Eppure, gli esperti delle procedure e delle liturgie politichesi sottolineano come il governo sia, nonostante tutto, appeso ad un filo. O meglio a un Fli. Decisivi, infatti, sono stati i voti dei finiani che, baraonde a parte, hanno fatto anche loro gli "uomini Del Monte" dicendo sì. Salvo poi agginugere un "vedremo di volta in volta". Poco male per B che se ne va di corsa, verso l'infinito ed oltre, per festeggiare fiducia e compleanno.
Segue un dibattito acceso dove su tutti si distinguono un sardonico Bersani (voto in pagella 8) ed un inc****to Di Pietro (voto in pagella 8,5..anche per aver suscitato la collera di B).
E poi tutti a casa...o in giro per talk-show. E Maroni si tradisce...

P.S. Ecco a voi il classico dei miei quaderni: l'angolo del gossip. Queste le foto della giornata di ieri: è sempre curioso vedere la mimica e gli sguardi di alcuni loschi figuri che l'Italia si fregia di avere in Parlamento.

lunedì 27 settembre 2010

SILENZIO IN SALA: PARLIAMO NOI ROTTAMATORI TARTARUGHINI

Amici, oggi vi giro un video di importante consultazione. Si parla del futuro del Partito Democratico e di come questo possa (finalmente) crescere. Parlano Renzi, Civati, Serracchiani e Zingaretti: un quartetto che fa(rà) onore alla sinistra italiana.
Il 5,6 e 7 novembre dovrei essere anch'io a Firenze per il "meeting" dei rottamatori tartarughini, per parlare (anche con loro) di futuro e di idee. So che può servire non solo al Pd ma a tutto il Paese.

P.S. Intanto, aldilà della Manica, accade un "evento sconvolgente"...

martedì 21 settembre 2010

Primarie a fine ottobre (di Michele Cristella, da il Corriere del Giorno)

LATERZA – Sciolti gli ormeggi, si salpa: verso le primarie.
Domenica mattina, solennità dei grandi momenti, conferenza stampa del Pd per presentare il regolamento delle primarie per il candidato sindaco del centrosinistra per le comunali del 2011.
Con i due candidati del Pd, Gianfranco Lopane e Sebastiano Stano, il coordinatore della sezione Franco Cantore e il locale “maitre à pensèr” Franco Azzarano, in una sezione man mano riempitasi di esponenti ogni generazione, dall’ottuagenario Savino Mallardi, al tridente di punta e di critica Bruno Bongermino, Francesco Di Candia e Leonardo Matera, a Rossella Calabrese, come rappresentante dell’altra metà del cielo, Tony Gallitelli ha illustrato le ragioni e le modalità del regolamento e dell’accluso Codice etico per la propaganda.
Le modalità: si terranno il 31 ottobre prossimo; potranno parteciparvi tutti gli indicati dai partiti o i cittadini liberi purché sostenuti da 150-200 firme; il diritto di voto attivo comincia a 16 anni, per responsabilizzare da subitoanche i giovanissimi; le candidature dovranno pervenire entro il 10 ottobre; non sono ammesse candidature con qualche problema giudiziario; saranno candidabili coloro che accettano il Codice etico, che sostengano il vincitore delle primarie, che, avendo raggiunto il 20% dei votanti, sia disposto a far parte della lista; lo scrutinio avverrà a voto concluso.
Le ragioni: si vota il 31 ottobre per dare al candidato sindaco il tempo e la possibilità di formare coi i cittadini e gli alleati un programma il più possibile discusso, propositivo e condiviso. La data è stata scelta anche per avere qualche universitario di ritorno per le feste di Ognissanti.
Il Codice etico regolamenta la campagna elettorale dei partecipanti alle primarie, che sia sobria e si attenga a una qual “par condicio”.
Questo momento, dice Gallitelli, è la conclusione di un iter iniziato a maggio avendo come obiettivo prioritario quello di creare un intenso rapporto fra partiti e città, le precedenti e cocenti sconfitte, infatti discendevano dallo scollegamento fra centrosinistra e cittadinanza. Gallitelli ha assunto anche toni profetici dicendo che il frutto di questo lavoro sarà meglio apprezzato fra dieci anni. Ma in queste parole si celava anche una polemica con gli scettici verso le primarie e coloro che, pur della sinistra, le hanno osteggiate.
In definitiva, in questo momento, il Pd sta solo; e la solitudine o ha il visionario afflato dell’eccellenza, o ha l’acre sapore della heidegerriana deiezione.
E queste sensazioni hanno sviluppato gli interventi di alcuni presenti. Carmine Mele voleva sapere perché non ci fossero le firme degli alleati sotto il regolamento, cioè perché il regolamento non fosse condiviso; Mino Lamola ha ricordato che l’ultima vittoria del centrosinistra, con Vito Cassano, fu favorita dal tempo che ebbe il candidato per coinvolgere la città nelle elezioni, mentre le elezioni successive furono un disastro perché pasticciate dai dirigenti provinciali. Franco Azzarano, segretario e capolista del Pci nel ’79, ha dato un titolo altisonante a questa scelta: abbiamo voluto creare una cultura del fare il candidato, cioè i cittadini che scelgono chi deve essere prima uno dei candidati a sindaco e poi il loro sindaco. Pasquale Clemente ha fatto mettere in pubblico il sigillo di chiusura delle operazioni.
Il Pd, nave ammiraglia, ha scelto di inoltrarsi in mare aperto; ma senza la sua flottiglia: spera d’esserne raggiunta, o di trovarla, ed è pronta ad aspettarla. Ma i lupi di mare annotano che per cominciare la navigazione non basta sciogliere gli ormeggi e che per entrare ed uscire dai porti c’è bisogno di un rimorchiatore, comandato da chi conosca tutte le insidie di quel porto: scogli, correnti, fondale basso, canali d’aria, arrotarsi dei venti.

I vangeli a sinistra (di Pippo Civati)

Dopo aver letto la seconda lettera di Walter apostolo ai democratici (anche se a volte tutte queste lettere e le conseguenti polemiche sembrano riservate ai soli 'romani'), una lettera che chiarisce quello che deve chiarire (su papi e cardinali), credo che ora possiamo passare ad un altro genere letterario (prima di dover scrivere l'Apocalisse).

Siamo alla presenza di numerosi evangelisti: c'è Pierluigi (che fa il segretario), c'è Sergio (con la sua Sfida), c'è Walter (con il suo Movimento), c'è Nichi (con le sue Fabbriche). E altri ancora. Forse è il caso di immaginare delle "tavole sinottiche", che permettano di confrontare le versioni offerte da ciascuno. Scopriremmo che i punti di contatto sono innumerevoli e che la storia che stiamo raccontando potrebbe anche (addirittura!) essere la stessa. E che quello che trovate nel vangelo secondo Sergio a proposito di "rivoluzione industriale" si ritrova nel documento secondo Walter e nel discorso secondo Pierluigi. E che di scuola parlano tutti, e insieme forse potrebbero farlo meglio. Per non dire del Pd, che forse dovrebbe preoccuparsi di dare un'immagine di sé. Non arrivo a dire "una sola", ma almeno un'immagine.

L'invito è quello di assumere lo slogan più efficace del Bersani del Congresso, quando diceva di non volere un uomo solo al comando. Viva il pluralismo, che non è però la confusione di voci diverse. Presuppone, il pluralismo, che ci si ascolti, anche, prima di parlare.

Sarebbe un modo, come ripetiamo spesso, per abbassare i toni e alzare lo sguardo. Per uscire da un dibattito interno asfissiante, per superare di slancio la burocrazia. Per offrire versioni, appunto, e non correnti. Per lavorare all'unità e alla comprensione reciproca e non al loro contrario.

P.S. Il mio pensiero in merito ha due polarità: se da un lato vorrei il pluralismo come lo recita (Super)Pippo Civati (un pluralismo dove "ci si ascolti anche prima di parlare"), dall'altro l'intervento di Veltroni (anche piuttosto condivisibile nei contenuti) andava fatto in un altro momento. Detto ciò, se il pensiero veltroniano andrà ad arricchire positivamente la dialettica interna ed esterna al centro-sinistra, non potrò che esserne contento. Spero, però, che, al più presto, ci si sieda tutti attorno ad un tavolo e si discuta: Dialettica dell'illuminismo, in poche parole.

giovedì 16 settembre 2010

Laterza2020: un think thank giovane (di Michele Cristella, da il Corriere del Giorno)



Amici e naviganti, vi posto l'articolo di Michele Cristella (cliccate sopra l'immagine per una lettura più confortevole) apparso ieri sul Corriere del Giorno. Si parla di Laterza2020: quest'oggetto misterioso che, con una sana reverie, si è messo in testa che, con analisi e dibattiti, un futuro si può disegnare anche nella nostra comunità. E lo si può disegnare insieme a tutti gli uomini di buona volontà. Buona lettura.

mercoledì 15 settembre 2010

Caro blog ti scrivo, così mi distraggo un pò

Caro blog,
ti scrivo in pubblico credendo che, nonostante i soliti quattro simpatici e affezionatissimi gatti che ti leggono, comunque mi sento al riparo da occhi indiscreti.
Sto passando un periodo veramente controverso e, francamente, non ci sto capendo più granché (come dire: anche io sono umano, checchè se ne dica!).
E' nato un bel movimento politico-culturale (in cui credo moltissimo): e questo è bene. Al contempo sto studiando per l'esame di Psicologia: e questo è benissimo.
Eppure qualcosa non va...
Tra politica e vicende personali, mi trovo ad annaspare in un gioco che, sin da bambino, non m'è mai piaciuto: il nascondino. E di questo gioco esistono due "versioni": fisico e verbale.
Il primo, quello fisico, è, per così dire, la versione classica. Chi pratica questa tipologia di nascondino è praticamente invisibile (ma non assente!) dalla scena e resta tale in attesa di un movimento altrui per fare il suo "coupe de theatre".
Poi c'è la versione verbale, la più subdola perché più capziosa e suadente e, probabilmente, più efficace perché gioca su registri verbali e metaforici particolarmente arguti e, manco a dirlo, "nascondenti".
Devo dire la verità: essendo, da sempre, un ragazzo sincero e schietto, questi giochetti non mi attirano e non mi incuriosiscono. Tanto più se la tipologia "hide-and-seek", direbbero gli inglesi, è consigliata ai bimbi di età inferiore agli otto anni perché sviluppa la loro "motricità mentale".
E' facile capire che, non avendo più otto anni ormai da un pezzo e frequentando pochi ragazzini di quell'età, gradire più serietà nei rapporti interpersonali d'ogni genere. Ma non sempre, mi vien da pensare, l'età reale corrisponde all'età mentale.
Sono stanco e triste, mio caro quaderno-blog. Ma non lo do a vedere. Perché, chiaramente, ho una vita da vivere e, alla mia età, pensare a rincorrere i giocherelloni di ogni età non ne vale la pena...
Ti terrò aggiornato più che posso.
Un caro saluto,
tuo Leo

P.S. Eppure un bel motivo per gioire ce l'avrei: il mio blog ha raggiunto quota 1000 visite globali. Un ringraziamento speciale a tutti i miei affezionati visitatori: quota 1000 siete solo voi!

martedì 14 settembre 2010

PRIMI FREDDI E PRIMI CALDI

Comincia a far freddo anche a Laterza. E, all'inverso, la politica si scalda. Almeno a sinistra...
Tra meno di un anno si fa il sindaco. E, piaccia o non piaccia, i tempi si accorciano. Il PD, "capofila" del centro-sinistra, ha già proposto: primarie tutti insieme e al più presto, visto il gap enorme che ci separa dal centro-destra.
Tra richieste, più o meno leggitimate e/o dettagliate, ci si sta ragionando. Il PD per le primarie ne ha messi in campo due: Sebastiano Stano e Gianfranco Lopane (che, sabato scorso, si sono confrontati su più temi alla Festa Democratica).
In aggiunta a questi uomini si profila una terza candidatura (non ancora ufficiale): Rocco D'Anzi, in rappresentanza della locale Fabbrica di Nichi.
Non pervenuta, per ora, "Sinistra Ecologia e Libertà" attualmente "gestita" da un trittico d'altri tempi: Sannelli-Caldaralo-Fraccascia. Lavori in corso per il congresso cittadino in SEL (o in SCF, prendendo spunto dal trittico sopracitato). E già si aspettano le "proposte" di chi la politica la fa da molti, forse troppi, anni.
Chi vivrà vedrà, si diceva una volta.
Resta solo un nodo da sciogliere: quando fare le primarie? 31 ottobre o nelle feste natalizie (date che nascono dalla volontà di includere gli universitari nella scelta)?
Intanto, mi preme sottolinearlo, a sinistra nasce un think tank dal nome fantasioso: Laterza2020. Chi vi scrive ne fa parte, con molto orgoglio perché, per ora, è l'unico luogo dove si parla di Politica (si badi alla maiuscola!) e si discute di idee (quelle che servono alla rinascita della nostra cittadina). Ma, senza dilungarmi, vi rimando qui per avere un dettaglio preciso dell'ideale di fondo che unisce questo gruppo che, sia chiaro, è aperto a tutti i contributi.
Insomma sinistra i giochi sono ormai aperti. Mentre dalla destra non filtra nulla, nel segno dell'ermetismo più banale.

P.S. Mi scuserete se il post è risultato essere più cronaca che opinione personale, ma occorreva rendere bene la situazione.
Per quanto riguarda la mia opinione personale ve la esplicito subito: primarie vere e presto (il 31 ottobre, a mio avviso, coniuga meglio la volontà di includere gli "emigranti" e la necessità di avere un candidato sindaco che, nei pochi mesi che ci separano dalle elezioni, possa dialogare con la comunità).

martedì 7 settembre 2010

Pollica: ucciso il sindaco della speranza (da corriere.it)

Un vero e proprio agguato. E' stato ucciso a colpi di pistola il sindaco di Pollica, comune che comprende anche la più nota Acciaroli (Salerno), paesino del Cilento famoso per la bandiera blu che viene assegnata da tempo ogni anno alle sue acque.

L'AGGUATO - Angelo Vassallo, 57 anni, è stato colpito questa notte mentre era alla guida della sua auto, una Audi station wagon grigia, e rientrava a casa in una stradina dietro la sua abitazione. Secondo i primi rilievi delle indagini, Vassallo è stato colpito con almeno nove colpi di pistola sparati dal finestrino verso di lui. La pista seguita dagli inquirenti in questo momento privilegia la vita amministrativa dell'ucciso, anche se non trascura altri possibili moventi. Vassallo era già stato sindaco del Comune di Acciaroli, ma nella scorsa tornata elettorale, a marzo, si era candidato da solo con una lista civica, «Cilento pulito», sempre però nell'ambito della coalizione di centrosinistra. Vassallo lascia una moglie e due figli.

IL PM - Il sostituto procuratore di Vallo della Lucania, Alfredo Greco commenta così a Sky Tg24 l'omicidio: «E' un agguato in stile camorra con modalità brutte e pesanti, un’esecuzione cattiva con troppi colpi sparati». Vassallo, dice Greco, «era una persona per bene, che metteva se stesso davanti all’illegalità. Il medico legale ha stabilito che è morto con i primi colpi, poi ne sono arrivati altri: il cadavere è crivellato di proiettili». «Negli ultimi tempi era preoccupato e mi teneva costantemente informato sugli sviluppi di alcune vicende. Era un uomo che si batteva contro l'illegalità ed era sempre in prima linea. Quando accadeva qualcosa di particolare sul suo territorio, me lo segnalava» ha poi aggiunto Greco. «Ci sono molte piste da seguire - ha detto ancora il magistrato - e per il momento non abbiamo un orientamento preciso sul possibile movente. Non sappiamo ancora - ha concluso Greco - neppure se abbiano agito una o più persone. Si può pensare di tutto».

L'AMICO MAGISTRATO - «Il mio caro amico Angelo è stato ucciso per un no di troppo. Un no pronunciato a gente che non ammette risposte negative. Un no detto in faccia alla camorra. Non ho dubbi» ha commentato il procuratore aggiunto di Torre Annunziata Raffaele Marino, che in Cilento da anni ha casa e che ben conosceva il sindaco di Pollica-Acciaroli. «Ha trasformato il porto e il centro storico tenendo presente una stella polare - ha aggiunto Marino - quella della legalità. Temo che la rinascita di Acciaroli abbia suscitato appetiti forti. Le modalità del delitto sono di chiaro stampo camorristico». Marino ricorda come ci sono stati in passato episodi di tentativi di infiltrazione dei clan nel tessuto imprenditoriale cilentano, quali quelli dei Nuvoletta, e del superboss Mario Fabbrocino..

CHI ERA - Vassallo era soprannominato il «sindaco-pescatore» e viene ricordato da tutti anche per le sue ordinanze singolari. Lo scorso gennaio firmò un’ordinanza che prevedeva una multa fino a mille euro per chi fosse stato sorpreso a gettare a terra cenere e mozziconi di sigarette. Un modo per evitare di sporcare il paesaggio di uno dei comuni più caratteristici del Cilento, le cui acque del mare sono state più volte premiate con la Bandiera blu. Ma Vassallo, che decise di ricandidarsi a primo cittadino correndo da solo con una lista civica nonostante fosse un esponente del Pd, aveva anche avviato la vendita dei 150 loculi del cimitero della sua città in località Costantinopoli: una cessione per 99 anni destinata soprattutto ai tanti vacanzieri e stranieri che ogni anno, soprattutto d’estate, sono incantati dalla bellezza del paesaggio. Le tombe, inoltre, sarebbero state messe in vendita con una serie di moderne tecnologie compresa una webcam che rendeva possibile poter guardare, anche a chilometri di distanza, l’ultima dimora del proprio caro. Secondo quanto previsto dal progetto, nel cimitero ci sarebbero stati diversi optional, tra i quali un impianto audio di filodiffusione per rendere più agevole i momenti di raccoglimento.

ERA STATO DENUNCIATO - Il sindaco di Pollica poco tempo fa era stato denunciato. Le denunce nei suoi confronti - secondo quanto si apprende - per estorsione, concussione e reati contro l'amministrazione della giustizia, sono ora al vaglio degli investigatori e degli inquirenti per verificare se vi possa essere un collegamento tra queste e l'agguato mortale.

BERSANI - Cordoglio per la morte di Vassallo è stata espressa dal segretario del Pd Pierluigi Bersani: «Esprimo profondo sgomento per l'uccisione di Angelo Vassallo. Un'esecuzione feroce lo ha portato via alla sua famiglia e all'intera comunità di Pollica-Acciaroli. Un sindaco onesto e capace - ha proseguito Bersani - che ha saputo lavorare con spirito di servizio per affermare i principi di legalità, valorizzando le risorse migliori del territorio e testimoniando così, con il proprio impegno, la volontà di costruire un futuro diverso per la propria terra. Alla magistratura e alle forze dell'ordine spetta il compito di fare piena luce su questo efferato delitto e stabilire se debba essere ascritto alla ferocia della criminalità organizzata».

P.S. Una notizia che non avremmo mai voluto ascoltare questa. Perché il sindaco brutalizzato non era un uomo qualsiasi. Basta cercare il suo nome sul web per capire come il suo infaticabile lavoro sui temi del lavoro, dell'ambiente e della legalità stesse costruendo un futuro in una terra, come quella campana, dove ragionare di legalità e trasparenza non è (quasi) mai stato possibile.
Gente come il sindaco Angelo Vassallo meriterebbe di stare, e lo dico senza retorica, nel pantheon del centro-sinistra per avere avuto il coraggio di combattere contro logiche mafiose e clientelari che hanno infine travolto il suo corpo...ma non il suo spirito che speriamo animerà altri amministratori e politici italiani.

sabato 4 settembre 2010

SETTEMBRE: SI TORNA A LAVORO. RICOMINCIAMO DA QUI

Dopo una piccola pausa (meritata direi!), si torna al lavoro filosofico e politico. Lì'importante è, però, rimettere bene in moto la macchina. E, per farlo gradualmente per non andare sotto sforzo, ricordiamo qual'è il "demone" che anche questo modestissimo blog sta provando a sconfiggere: la VECCHIA MALAPOLITICA.
Spunti di riflessione ce ne sono stati in quest'agosto caldo che ormai ci ha lasciati (basti pensare al bell'incontro con Don Rocco D'Ambrosio). Stanno nascendo nuove politiche e nuove logiche (presto ne saprete di più...).
Insomma non è stato un mese vuoto e inutile (considerando come era iniziato).
Allora...bentornati amici! Vi propongo questo video esplicativo di cosa accade in questi giorni. Al minuto 8:20, infatti, il presentatore, visti i fischi a Marini, nota che il pubblico (=la gente di sinistra) è in disaccordo con l'idea di allargare la coalizione ai centristi. L'esclamazione di Marini è da incorniciare nella bacheca della malapolitica: "Fa niente..stanno sbagliando!" esclama l'ex-presidente del Senato. La riprova che i vertici sono distanti anni luce dai propri elettori.
Non è che è arrivato il momento della rottamazione? Sarebbe ora, direi!

domenica 22 agosto 2010

LA NOSTRA ANNA CLEMENTE: UNA MARCIA CHE VALE ORO

SINGAPORE, 21 agosto 2010 - L’Italia delle donne colpisce ancora e prende altre due medaglie, una d’oro con Anna Clemente nell’atletica, 5 chilometri di marcia, una di bronzo con Carlotta Ferlito nella ginnastica, al volteggio. Così, l’Italia arriva a 8 ori, 4 argenti e 4 bronzi, sempre terza nel medagliere non ufficiale dell’Olimpiade giovanile. Curiosità: i giovani hanno già eguagliato il bottino d’oro dei grandi a Pechino 2008. I confronti sono improponibili, ma il segnale è comunque importante.

LA GRANDE IMPRESA — Di sicuro, regge a qualsiasi paragone la vittoria di Anna Clemente, tarantina di Laterza, 16 anni, dell’Atletica Don Milani, allenata da Tommaso Gentile, il mago della marcia giovanile. Da Mottola, infatti, dove si allena il gruppo di Gentile, arriva anche Antonella Palmisano, argento agli Europei junior 2009 e 5ª ai Mondiali junior 2010. Clemente e Palmisano si allenano insieme e costituiscono due certezze per il futuro della marcia femminile azzurra. Nella gara olimpica, la Clemente si presenta con il terzo tempo di entrata (23’00"90, stabilito a Matera prima di partire per Singapore), tanto che la sua speranza è solo il podio. "Pensavo alla medaglia di bronzo" dice lei. La partenza è pericolosa per lei, con l’ucraina Galchenko e la russa Leontyeva a tenere un ritmo impossibile. "Sono stata in difficoltà all’inizio, ma non ho mai mollato. Ho avuto una piccola crisi ai 2 chilometri, ho tenuto duro e l’ho superata, non potevo farmi staccare". La Galchenko accelera più volte, con strappi micidiali, ma Leontyeva e Clemente resistono. Nel finale, l’ucraina ha una crisi violenta, si ferma, poi si riprende e arriva sesta, ma deve essere portata con l’ambulanza in ospedale perché non riesce a riprendersi. Clemente a questo punto è lanciata, sorpassa la russa e va verso la vittoria, vanamente inseguita dalla cinese Mao Yanxue, che supera anche lei la Leontyeva e, sia pure con due cartellini sulle spalle, finisce a 2" dall’azzurra, davanti alla russa. Anna Clemente chiude in 22’27"38, nuovo record italiano allieve, strappato proprio alla Palmisano, che lo deteneva in 22’58"52 ottenuto ai Mondiali Under 18 di Ostrava 2007. Trenta secondi in meno, all’equatore, con un gran caldo e umidità al 100%. Ma lei non si esalta. Cosa avrebbe ottenuto in condizioni normali? "Magari lo stesso tempo, perché non ho sofferto né il caldo, né l’umidità. Mi sono allenata bene e ho vinto. Dedico l’oro al mio allenatore Tommaso Gentile e alla mia famiglia, che mi ha sempre aiutato". Ultima e notevole particolarità. Anna Clemente ha anche il record italiano di categoria sui 2000 metri di corsa e la seconda miglior prestazione di sempre sui 2000 siepi. E’ una potenziale campionessa sia nella marcia che nel mezzofondo. Ma lei cosa preferisce? "Non lo so, devo ancora scegliere". Troppa grazia!

P.S.#1 - Davvero complimenti Anna. Che questo sia solo l'inizio di una carriera splendida. Avanti così!
P.S.#2 - Alla faccia di chi crede che lo sport non sia una chiave per il compimento del proprio essere. E, soprattutto, uno schiaffo morale a chi nello sport a Laterza non ha mai investito ma solo speculato.

venerdì 20 agosto 2010

“Basta tessere e segrete stanze: così è un partito da buttare” (intervista ad Ignazio Marino, da Il Fatto Quotidiano)

"Il Partito democratico o diventa un partito contendibile o non è un Partito democratico. E a quel punto è meglio che si sciolga". Parola di Ignazio Marino, senatore Pd, che alle primarie per eleggere il segretario dei Democratici è stato il "terzo candidato".

Senatore, in un sondaggio fatto sul nostro sito, ben il 93% si è detto favorevole alle primarie per eleggere il candidato leader del centrosinistra e i candidati sindaci. Cosa ne pensa? Lei è d'accordo?

Dobbiamo insistere ancora di più sulle primarie, in un momento in cui, con questo sistema elettorale, di fatto i parlamentari sono nominati da 4 o 5 capi – partito. È una grave ferita della nostra democrazia. E per quel che riguarda i candidati sindaci delle grandi città, le consultazioni sono molto importanti, perché fanno sì che chi scende in campo prenda impegni e responsabilità con le persone che lo devono eleggere.

Ma nel suo partito non tutti sono d'accordo...

Non si tratta certo dei nostri elettori... Serve la possibilità di scegliere una classe dirigente nuova, con energie fresche.

Le primarie come sono state fatte fino ad ora, però, non hanno selezionato nessun nuovo talento, ma piuttosto sono servite a legittimare le scelte dei vertici. Penso a quelle che hanno incoronato Prodi, come a quelle vinte da Veltroni. Che senso hanno, allora?

Quelle sono proprio le primarie che non vorrei. Per esempio, io mi sono presentato candidato segretario, senza un'organizzazione, senza avere dalla mia le tessere del partito, e sono arrivato quasi al 15 per cento. Bisogna andare in quella direzione. Quanto potrà resistere la classe antica, chiusa nelle stanze del potere? Dobbiamo lavorare tutti insieme perché prenda il sopravvento la possibilità di una competizione davvero alla pari: ci sono pochi dirigenti del secolo passato che riescono a influenzare le linee del Pd. Ma le persone seguiranno chi indica percorsi trasparenti di democrazia e merito.

In realtà, anche le primarie alle quali ha partecipato lei, sono state di fatto un modo per contarsi nel partito, tra chi sosteneva Bersani e chi spingeva per Franceschini. Tanto rumore per nulla.

I cambiamenti non si fanno in una notte. Abbiamo avviato un percorso. Da noi dovrebbe funzionare un po' di più come succede in America, dove spesso è difficile immaginare chi saranno i candidati leader. Oggi in Italia ci capita spesso la stessa rosa di nomi: il paese deve essere modernizzato proprio attraverso un meccanismo che porti a superare questa fase storica.

Come?

Dando la possibilità di correre a persone che se la sentono. E poi, stabilendo un numero limitato di candidati, permettendo a ciascuno di raccogliere un numero iniziale di sostenitori e poi dando a tutti uguali risorse, opportunità e possibilità. Il meccanismo americano è quello che mi piace di più: si inizia con primarie in luoghi molto piccoli, e così anche una persona poco nota può vincere.

Facciamo un passo indietro. A cosa si riferiva parlando di "pochi dirigenti del secolo passato" che influenzano il partito?

Alla mancata trasparenza e giovinezza, che non
è una questione di età anagrafica, ma di spirito, che si è vista in molte circostanze. Per esempio, si è notato nella segreteria Bersani o nella gestione di Dario Franceschini, in occasione della scelta dei candidati al Csm. Fino alla mattina della votazione i parlamentari non conoscevano chi avrebbero scritto sulla scheda...

La rosa di nomi dei candidati alle primarie di coalizione – Bersani, Vendola, De Magistris, Chiamparino – come le sembra?

A parte Bersani e Vendola, mi sembrano più che altro dichiarazioni di intenti. Penso che Di Pietro e Vendola potrebbero ben rappresentare due realtà importanti nella sinistra, come l'Idv e Sel. Molti hanno chiesto anche a me di partecipare.

E lei come ha risposto?

Dando la mia disponibilità.

Dica la verità, è lei il candidato nascosto di D'Alema...

Non credo proprio: quando mi sono presentato alla segreteria del Pd, lui è stato vigorosamente contrario.

Paradossalmente, nel Pd molti dei sostenitori delle primarie sono quelli che vorrebbero un ritorno di Prodi. Lei cosa ne pensa?

Ho molto rispetto per Prodi. Ma credo che possiamo anche immaginare una figura che non sia stata capo del Governo o Ministro nel secolo passato.

BACK TO LATERZA...
P.S. Primarie vere e tessere vere: il Pd laertino, quello con la faccia pulita, lotta per questo...

giovedì 19 agosto 2010

La nostalgia (da L'ignoranza di Milan Kundera)

In greco “ritorno” si dice nòstos. Álgos significa “sofferenza”. La nostalgia è dunque la sofferenza provocata dal desiderio inappagato di ritornare.
Per questa nozione fondamentale la maggioranza degli europei può utilizzare una parola di origine greca (nostalgia, nostalgie), poi altre parole che hanno radici nella lingua nazionale: gli spagnolo dicono "añoranza", i portoghesi "saudade". In ciascuna lingua queste parole hanno una diversa sfumatura semantica. Spesso indicano esclusivamente la tristezza provocata dall’impossibilità di ritornare in patria. Rimpianto della propria terra. Rimpianto del paese natio. Il che, in inglese, si dice "homesickness". O in tedesco "Heimweh". In olandese: "heimwee". Ma è una riduzione spaziale di questa grande nozione. Una delle più antiche lingue europee, l’islandese, distingue i due termini: "söknudur" (“nostalgia” in senso lato); e "heimfra" (“rimpianto della propria terra”). Per questa nozione i cechi, accanto alla parola “nostalgia” presa dal greco, hanno un sostantivo tutto loro: "stesk". La più commovente frase d’amore ceca: "stỳskà se mi po tobě": “ho nostalgia di te”; “non posso sopportare il dolore della tua assenza”. In spagnolo, "añoranza" viene dal verbo "añorar" (“provare nostalgia”), che viene dal catalano "enyorar", a sua volta derivato dal latino ignorare. Alla luce di questa etimologia, la nostalgia appare come la sofferenza dell’ignoranza. Tu sei lontano, e io non so che ne è di te. Il mio paese è lontano e io non so cosa succede laggiù.
Alcune lingue hanno qualche difficoltà con la nostalgia: i francesi non possono esprimerla se non con il sostantivo di origine greca e non hanno il verbo relativo; "Je m’ennuie de toi" (“sento la tua mancanza”), ma il verbo "s’ennuyer" è debole, freddo, e comunque troppo lieve per un sentimento cosi grave. I tedeschi utilizzano di rado la parola “nostalgia” nella sua forma greca e preferiscono dire "Sehnsucht": “desiderio di ciò che è assente”; ma la Sehnsucht può applicarsi a ciò che è stato come a ciò che non è mai stato (una nuova avventura) e quindi non implica di necessità l’idea di un nòstos; per includere nella Sehnsucht l’ossessione del ritorno occorrerebbe aggiungere un complemento: Sehnsucht nach der Verganghenheit, nach der verlorenen Kindheit, nach der ersten Liebe (“desiderio del passato, dell’infanzia, del primo amore”).

lunedì 16 agosto 2010

A LATERZA IL PALLONE NON ROTOLA PIU' (di Francesco Romano, da la Gazzetta del Mezzogiorno)

Il Laterza calcio, matricola 77705, non c’è più. Cancellato. La mancata iscrizione al campionato di Seconda categoria ha prestato la mano al più inesorabile dei colpi di spugna: con il comunicato numero 8 del 10 agosto scorso, da pochi giorni in “rete” sul sito web Figc, il comitato regionale della Lega nazionale dilettanti pugliese ha proposto al presidente federale la radiazione dai ruoli della Nuova Laterza: interrotta, di fatto, una pluridecennale storia di sport e di pallone. Certo, si sapeva già. Certo, si aspettava solo il referto finale, la certificazione formale.
Ma adesso che il nero su bianco c’è, stridono, eccome, le poche righe che accompagnano, necrologio in dribbling stretto, l’irreversibile sentenza. «Visto l’art. 16 commi 1) e 2) delle Noif…»: i “richiami” a sostegno del provvedimento, freddi e asettici, scavano come bisturi in una ferita che non sanguinava già più. La lacerano con la dovizia di una notifica sottile, invadente e invasiva nello stesso tempo. Maturato nel più incredibile dei silenzi, l’epilogo non ha fatto prigionieri. Ha fatto, come si dice, piazza pulita. Solo a poche ore dalla scadenza dalla proroga concessa dalla federazione per regolarizzare l’iscrizione al campionato di competenza (dal 20 al 30 luglio), l’appello disperato di un gruppo di tifosi aveva dato voce, attraverso questo giornale, alla fine imminente e alla fiammella ancora accesa. Grido estremo e megafono di carta rimasti inascoltati, soffocati dallo stesso torpore e dalla stessa indifferenza che avevano accompagnato i giorni, grotteschi, dell’agonia invisibile. Insomma: il Laterza si è spento in lenta solitudine, e bastava un alito per ridargli fiato.
Un dato di fatto: il pallone laertino si è consumato nelle mani dell’ex sindaco Giuseppe Cristella, presidente in carica. L’ultimo presidente. Lo stesso che ne aveva accompagnato la storia sul campo, da promettente esterno sinistro poi approdato in politica: era fra gli undici titolari, Nino Inglese mister e Leonardo Clemente presidente, nello spareggio con l’Ostuni di Carbonella che, a cavallo fra il ’92 e il ‘93, sul neutro di Noci valse, ai calci di rigore, il salto in Eccellenza. Punto più alto della parabola calcistica biancazzurra (quinto posto con Rocco Sisto allenatore-giocatore e Muzio Di Venere capitano). Lo stesso che, lungo la discesa, nelle estati perennemente in crisi del pallone locale, da primo cittadino, curatore d’ufficio di affanni ad orologeria, aveva contribui to a spostare più in là il capolinea incombente. Fino al ritorno in Promozione, in momentanea risalita, con Agostino Perrone alla presidenza e Clemente Lomagistro in panchina, sull’erba artificiale del Madonna delle Grazie appena inaugurata: di un biancazzurro incredibile il colpo d’occhio sugli spalti del nuovissimo stadio nel match con il Polignano che, stagione 2004-05, decideva il primato in Prima Categoria. Finì 0-0, il Laterza bistrattato arrivò secondo , ma, nell’anno di Chiruzzi e Gagliardi, fu comunque Promozione per ripescaggio. Dopo due campionati da "calcio estremo" (salvezza ai playout: un capolavoro quella conquistata nel secondo da Franco Danza, con Giuseppe Bongermino presidente), si tornò a scendere, fra un pellegrinaggio e l’altro in municipio: Prima categoria nel 2008-09, in Seconda la stagione scorsa: salvezza diretta firmata dalla guida tecnica di Gianvito Salluce e, appunto, dalla presidenza di Giuseppe Cristella.
Il resto è cronaca che la storia interrompe, a sorpresa, senza preavviso, alla radice: la Nuova Laterza, già Us Laterza, compare nell’esiguo elenco delle società inattive. Da radiare: alle ortiche anche l’anzianità federale e il numero di matricola. Il pallone che verrà, se verrà, dovrà cominciare a rotolare da zero.

P.S. La bolla del cristellismo si sta dissolvendo. Occorre agire perché questo avvenga subito...

giovedì 12 agosto 2010

Vi racconto una storia. Anzi due. Facciamo tre.

Era il 23 giugno 1969 e, con una tiratura di 55000, esce il primo numero de il Manifesto. La rivista assume posizioni in contrasto con la linea maggioritaria del P.C.I. che ne chiede la sospensione delle pubblicazioni. Il Comitato centrale del partito, il 25 novembre 1969, delibera0la radiazione per Rossana Rossanda, Luigi Pintor e Aldo Natoli con l'accusa di "frazionismo". Successivamente viene adottato un provvedimento amministrativo per Lucio Magri e non vengono rinnovate le iscrizioni per Massimo Caprara, Valentino Parlato e Luciana Castellina. Tutto questo per aver detto che l'invasione russa della Cecoslovacchia era un "tragico evento" e per aver sostenuto pensieri critici rispetto alla linea di partito.
Le epurazioni sono, purtroppo, sempre esistite (si veda lo strano caso del presidente Fini). A destra e a sinistra.
Bene lunedì sera non ho subito un epurazione. Ma ho subito un processo sommario per delle mie affermazioni apparse sul Corriere del Giorno. Affermavo questo: "Esiste un Pd di riciclati che gioca con più mazzi di carte e un Pd di persone che vogliono impegnarsi per la città. Bisogna battere strade nuove, far propria la lezione di Vendola: cerco volti non voti, sapendo che chi vuole impegnarsi fa paura ai pesci grossi. Coi partiti si può dialogare e questi devono avere la forza di contaminarsi con i movimenti civici".
Per quest'esternazione è stata chiesta la pubblica rettifica (a seguito di una piccola riunione inquisitoria che mi ha messo in grave soggezione perchè ero attorniato da gente più anziana di me e verso la quale, per buona educazione, non osavo rispondere con "toni alti") perché, quanto da me detto, cozza con le decisioni che il partito a preso. Almeno così la pensavano i probiviri laertini.
Non l'ho fatta per alcune e precise ragioni. Eccole:
1- perché credo in quello che ho detto. E averlo detto non va in conflitto con il lavoro del partito. Io stesso, tra le pagine di questo blog, ho difeso il lavoro degli otto "saggi" (ne ho fatto anche parte, trall'altro). Ho difeso e difendo il diritto del partito a darsi dei metodi. Ho difeso e difenderò le primarie. Quelle vere. Giocate con mezzi legali e culturali,i soli che la politica dovrebbe avere. Ed è in tal senso che vanno le mie dichiarazioni...
2- perché un partito dovrebbe garantire il diritto dei suoi iscritti ad avere un altro punto di vista,
3- perché un partito non esegue processi sommarii. E non lo fa se non sono presenti i suoi dirigenti al completo. E, tanto meno, se non si è nei luoghi preposti alla politica (ovvero la sede istituzionale dell'associazione politica).
Queste sono le ragioni per le quali, secondo me, non meritavo il trattamento riservatomi.
Tengo molto al partito e le mie (tanto criticate) parole, se ben lette, lo dimostrano. Non permetterei mai che a casa mia (ovvero nel mio partito) si manifestino attività che hanno poco a che fare con la politica. Ritengo il Pd, ormai, casa mia e, a casa mia, cerco sempre di fare più pulizia che posso.
E ora che succede? Ah io non lo so. D'altronde non sono io quello che non ama chi dissente...
Allora attenderò. Ai probiviri la parola.

P.S.#1 - Intanto però Michele Cristella, sul Corriere del Giorno di ieri, riporta i fatti in forma anonima. E dice: "[...]il Pd patisce un certo nervosismo e per uscire dalla sua crisi di identità allestisce un processo a un proprio iscritto, giovanissimo, che ha osato l’eresia, cioè fare autocritica, manifestare il proprio dissenso.
Che cos’è infezione berlusconiana, dopo il processo in contumacia a Fini, o rigurgiti staliniani, chiusisi in Italia con l’espulsione di quei del Manifesto? E’ stato piuttosto un processo kafkiano, contraddistinto dall’impossibilità della reazione, perché il processato, alla sua prima volta poiché giovanissimo, e per propria educazione avendo di fronte “giudici” dell’età di suo padre, non ha saputo adoperare alcuno strumento di difesa, dal non presentarsi, al processare egli quei tardivi “inquisitori”, al mandarli al diavolo, all’esibire loro l’art. 21 della Costituzione, quello della libertà di parola, al dir loro che dove è vietata la critica si è già in decadenza, di cose e animi.
Un episodio del genere è un sintomo di profondo malessere ed è una indiscutibile ragione di urgente e radicale rinnovamento
[...]"

P.S.#2 - Anche su facebook si parla dell'accaduto (ecco il link). Ringrazio da queste pagine i molti amici, conoscenti e concittadini che mi hanno espresso solidarietà in queste ore che, devo ammetterlo, non sono state facili. Ai miei più cari amici (di politica e di vita, che poi per me sono la stessa cosa), alla mia famiglia e, last but not least, alla mia ragazza va il mio più sentito ringraziamento per avermi aiutato a superare al meglio questo vero e proprio shock che, ne sono sicuro, mi aiuterà a crescere.

mercoledì 4 agosto 2010

PDL ALLA PROVA FINALE: CUANDO CALIENDO(!) EL SOL

Torno dopo qualche giorno di "stop al PC" e mi ritrovo a dover descrivere la situazione interna al PdL.
Comunque la si veda, il deferimento ai probiviri dei finiani è comunque cosa incresciosa. Perché il male, nel PdL come nella nazione, c'è e si vede benissimo. Eppure il male deve restare e chi lo combatte deve, invece, ridimensionarsi oppure tornare a casa a sorseggiare una bella granita.
Non mi interrogherò qui sulla sincerità di questi semi-epurati (il Giornale, invece, lo fa bene...anzi benissimo), ma molto di più sulla tenuta etica (più che di quella parlamentare) del governo e della nazione.
Basti pensare che, pochi giorni prima del deferimento dei finiani, Verdini organizza una conferenza stampa in fretta e furia per dissertare sul nulla della sua coscienza, scansando al contempo ogni pallottola riguardante il suo coinvolgimento nella P3.
E poi arrivò il resto: deferimento dei finiani ai probiviri (ecco chi sono...perché "Probi viri nulla mendacia dicunt"), la durissima conferenza stampa di Gianfranco Fini e la nascita dei gruppi parlamentari di Futuro e Libertà per l'Italia.
E dopo la prima riunione (ecco tutte le foto, per voi guardoni!) tutti si chiedono: e mo che faranno questi? Per ora non lo sanno. Ma ci faranno sapere presto, dicono.

P.S.#1 - Intanto chi parla di immoralità del governo non fa certo una bella fine (o Fini, che dir si voglia).
P.S.#2 - E la penna di Ceccarelli colpisce ancora paragonando questi gironi del PdL a gli ultimi momenti scollacciati di Pompei. Pezzo da incornciare (insieme alle foto che tanto ci piace guardare).

Il Caligola "assurdo" di Albert Camus


Potere assoluto è chiedere a un popolo di credere, per il solo comando del proprio imperatore, che l’impossibile non sia tale. Che la luna possa stare nel cielo o nella sua mano, indifferentemente. Ma il potere non è mai abbastanza assoluto, la luna resta appesa nel firmamento. E chi muore rimane morto: il segreto non si svela, l’assurdo resta assurdo. Spingerlo “alle estreme conseguenze” non serve ad altro che condannarsi a finire, diventare radicalmente incapaci di vivere.

Sono forse questi i messaggi principali del Caligola riscritto in forma teatrale da Albert Camus nel 1941, in un mondo che sta per spingere davvero l’insensatezza al cuore della realtà. La vicenda, è noto, racconta gli ultimi giorni dell’imperatore, che in lutto per la perdita dell’amata smarrisce il senno e inizia a disporre delle vite umane e del mondo che lo circonda a suo completo piacimento, fino a causare una congiura che lo ucciderà. Ma è solo un pretesto: in poco più di sessanta pagine, infatti, le epoche svaniscono e si fondono, e una trama scarna, essenziale perde ogni ambizione narrativa per diventare puro distillato di pensiero.

Anche se la tentazione di una lettura storica, in particolare in riferimento all’epoca dei totalitarismi, è forte: ci sono il terrore dei figli e dei padri mandati a morte senza motivo, la cultura del sospetto, l’utilizzo della violenza sessuale come passatempo e il disprezzo delle masse elevato a unica fonte di serenità. C’è l’idea orwelliana che la schiavitù sia libertà riletta attraverso il mito dell’esecuzione liberatrice. C’è la colpevolezza oggettiva, che in Hitler era dell’ebreo e in Caligola dei sudditi in quanto sudditi. Una mistica della morte arbitraria, dunque, della libertà come accettazione di un dominio irrefrenabile, che si spinge fino all’obbedienza anche nel momento in cui venga oltraggiata la moglie davanti agli occhi, o sterminata la propria famiglia. Anche in questi casi, la libertà del suddito è di sorridere o morire.

Eppure la vera vicenda resta tutta interna alla mente di Caligola, il vero cardine non è politico ma esistenziale. Così che il mondo dell’imperatore diviene insensato quando è la sua esistenza, senza Drusilla, a divenire insensata. E il “mostro” attraverso l’esercizio di un potere sanguinario, in cui “la poesia provoca l’azione e il sogno la realizza”, scopre solamente se stesso, non il dolore altrui. Ciò che gli rimarrà sempre precluso, infatti, è proprio quella capacità di amare per cui inizialmente si condannava.

Ecco, la pratica del male lascia Caligola con una terribile certezza, che gli impedisce di continuare a esistere: anche il dolore per la morte di Drusilla era soltanto un “alibi”. Un modo per celare che Caligola è solo un uomo incapace di empatia e, dunque, di eternità. Perché ciò che realmente ossessiona l’imperatore è la fugacità del tutto, che associa immediatamente – e senza scampo – a una indefinibile mancanza di senso. Non sono né l’amore né l’odio, ma l’insicurezza a ucciderlo. La stessa che armerà la mano dei suoi carnefici. Per questo “Drusilla vecchia sarebbe peggio di Drusilla morta”: perché quella vecchiaia avrebbe rivelato che perfino quello che credeva “troppo amore” non era che menzogna, desiderio di piacere carnale. O meglio, una conferma che l’impossibile è davvero impossibile. Chi non è in grado di accettare questa semplice identità – ammonisce Camus per questa ed ogni epoca – è destinato a ricoprire di sangue il suo cammino e, se gliene viene data l’opportunità, quello del mondo intero.

sabato 31 luglio 2010

REALTA' DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE: IT'S A NEW DAY

Ieri sera, c'è stata una festicciola interessante (mi spiace non avervelo comunicato prima da questo blog ma non mi è stato possibile per una miriade di ragioni). E' stata una festa molto carina e molto affollata. Si è discusso di politica (in maniera molto gioiosa), di futuro (quello, si, tutto da costruire). Insomma si è discusso di vita..che poi è l'argomento più bello che c'è!
Ci sono stati tre piccoli interventi para-politici fatti da Lilly Tocci, dal sottoscritto e da Gianfranco Lopane. Quest'ultimo, infatti, è candidato alle primarie (che si svolgeranno il prossimo ottobre) per la candidatura a sindaco di Laterza. Insieme a lui ci sono tantissimi giovani pronti ad irrompere nel "palcoscenico" politico. Senza però dimenticarsi dei politici "esperti" che hanno deciso di farsi da parte per dar spazio ai nuovi che avanzano.
Nuovi in idee, spiriti e volti: è il momento della svolta.

P.S.#1 Per farmi perdonare vi posto il testo del discorso che ieri ho declamato emozionatissimo di fronte a tantissima gente.

Sapete: “mi sono svegliato questa mattina sentendomi come nuovo, perché i sogni che ho fatto sono finalmente diventati realtà: è un nuovo giorno!”. Mi spiace dirvi che non sono mie parole. Sono, infatti, tratte dalla canzone “It’s a new day” di Will.I.am, dedicata da quest’ultimo a Obama per il suo insediamento alla Casa Bianca. Bene, seppure in misura inferiore, è un nuovo giorno anche per noi qui a Laterza. E lo è per delle ragioni specifiche. Provo a spiegarvele subito:
1- È un nuovo giorno perché a candidarsi alle primarie non è solo un uomo (o un uomo solo)...ma c’è un gruppo nutritissimo di giovani (che si arricchisce sempre più) che sta lavorando con passione ed impegno. Io sono qui in loro rappresentanza. La nostra età media è di circa 28 anni: in netta controtendenza con i costumi italiani (lo vedete tutti: la nostra classe dirigente è la più vecchia d’Europa). Quello che noi giovani possiamo portare, però non è solo rinnovamento estetico ma…
2- …capacità di leggere il presente per costruire il futuro. E questo è un altro motivo per cui “è un nuovo giorno”: siamo, a nostro modo di vedere, alla svolta. E solo con una svolta che rivendichi il diritto dei giovani ad appassionarsi e ad impegnarsi in politica…che forse questo paese e questa nazione si salveranno.
Stasera siamo qui insieme a Gianfranco per dirci fondamentalmente una cosa: un futuro diverso e migliore si può fare. E lo possiamo immaginare e costruire insieme a tutti. Noi stasera puntiamo a farvi capire (qualora non lo sappiate) qual è la posta in gioco sia per le prossime primarie sia per le amministrative tra un anno: è in gioco il futuro di tutti...anche, e soprattutto, di chi ancora non c’è! E’ un nuovo giorno, amiche e amici, anche perché…
3- …puntiamo a qualcosa di diverso dal passato. Non serve che mi dilunghi molto su quello che sono stati questi 10 anni perché i risultati sono sotto gli occhi di tutti: Laterza è un paese triste, abbandonato, inquinato e degradato culturalmente.
Oggi è un nuovo giorno perché vuole essere diverso, in tutto e per tutto, dal giorno che l’ha preceduto. Siamo diversi nelle idee, negli spiriti, nei volti. E’ quello che serve alla sinistra a tutti i livelli. E’ quello che serve a Laterza in questo preciso momento. Proviamo tutti quanti a non chiudere le porte ad una speranza per la nostra comunità. Non dobbiamo avere paura: i pesci grossi ci vorranno divorare, questo è normale. Perché chi fa politica per passione e per amore...fa molta paura perché può andare fino in fondo per i suoi ideali. Sono queste, allora, le parole-chiave della nostra avventura: coraggio, gioia e futuro. Da oggi guardiamo a testa alta verso l’orizzonte…perché il futuro comincia oggi e appartiene di nuovo alla nostra comunità!


P.S.#2 Qualche foto dell'evento non guasta. Notare il bagno di sudore caratteristico della mia emozione...

mercoledì 28 luglio 2010

I SONDAGGI: RIDIAMOCI UN PO' SU...

Bersani-Vendola 1-1
[da Piacenza, il nostro inviato Leo Matera] - Pari e patta. Non emerge un favortio della semi-finale di andata della "Coppa Italia", anche se si è visto del buon calcio. L'atmosfera nel pre-gara era di quelle speciali: pubblico delle grandi occasioni sugli spalti e tifo da invasati. D'altronde la posta in gioco è alta: ci si gioca una coppa importante per il palmares di ogni squadra. E, comunque, chiunque la spunti in questa semi-finale se la vedrà con la squadra più vincente di questi ultimi anni, il PdL guidati dal loro indomito e attempato capitano.
Minuto 15°: i Vendola si fanno subito pericolosi con un'azione veloce e ficcante che, dopo un cross teso verso il centro area, si conclude con un colpo di testa di Nichi che però spedisce il pallone poco sopra la traversa difesa dal portiere dei Bersani.
Scossi dal pericolo subito, i Bersani si riversano in attacco ma lo fanno con ordine e seguendo le tattiche del loro vecchio ed ingegnoso regista. Eppure, nonostante la tanta voglia dello "Xavi de noantri", le tante occasioni vengono fallite. E, si sa, chi sbaglia paga. E al 35° del primo tempo Nichi insacca dopo un'azione corale di ottima fattura e porta i suoi meritatamente in vantaggio.
Lo shock è visibile e i Bersani non riescono ad imbastire nulla di buono e il primo tempo si chiude con i Vendola in vantaggio di un goal a zero.
Nel secondo tempo, però, si assiste ad un altro (ed inaspettato) copione. I Bersani, sicuramente catechizzati a dovere dal mister negli spogliatoi, osano di più spingendo sulle fasce e si spingono molto oltre la linea di centrocampo, chiudendo così i Vendola nella loro trequarti difensiva. E inizia l'assedio.
Al 10° vibra la traversa dei Vendola dopo una poderosa stoccata da fuori area di Pigi, capitano dei Bersani.
I Vendola accusano il colpo e, su azione da calcio d'angolo, ci vuole molta fortuna per sventare il colpo di testa del vecchio e granitico centrale di difesa Marini.
I Bersani sono in grande spolvero anche perché il mister ad inizio ripresa ha dato spazio a molti giovani di belle speranze tra cui il buon mediano Scalfarotto e il funambolico esterno di fascia Civati. Ed è proprio per merito di quest'ultimo che, al 75°, i Bersani giungono al pareggio. L'azione che porta al goal di capitan Pigi, infatti, nasce da una rapida azione tra il terzino sinistro Marino (soprannominato "il Dottore" per la precisione che da sempre lo contraddistingue nei contrasti e nelle sue ripartenze) e il piccolo Civati (chiamato affetuosamente Pippo dai "compagni" di squadra più esperti) che, lanciato da Marino, si involava sulla fascia sinistra e, dopo essersi liberato di due difensori, toccava all'indietro in favore del capitano che infilava agevolmente la porta dei Vendola.
E la partita finisce effettivamente qui. Anche perché le squadre sanno che c'è una gara di ritorno da affrontare e, anche se i Bersani partono in leggero svantaggio visto il goal subito in casa, il risultato sta bene ad entrambi.