lunedì 8 novembre 2010

Prossima fermata Italia: rottamatori di idee

Prima di andare a studiare, mi sembra giusto postarvi qualcosina in merito all'atteso evento di questo week-end, cioè Prossima fermata Italia.
L'hanno chiamato meeting dei rottamatori. Io, da casa, non l'ho vissuto così. Ma lo guardavo con il cuore ricolmo di speranza e di gioia perché, per la primissima volta, il Pd e la sinistra parlava i politica. Sul palco si sono succeduti in tantissimi che, nei loro cinque minuti, hanno parlato di un argomento a partire da una parola chiave...in modo tale da poter formare un vocabolario di contenuti per l'Italia.
Parlare di quel che è stato detto mi è impossibile qui ma vi posterò qualche intervento dei "big" dalle quali parole, credo, occorrerà ripartire.

Ivan Scalfarotto ha scelto parola Perpetui: “Mi faccio carico io di dire che la questione generazionale c’è. C’è anche un problema generazionale. I problemi non possono che essere risolti da chi ne sente l’urgenza. Crediamo di vivere in un paese garantista sul fronte del lavoro, e invece abbiamo un esercito di giovani schiavi. Non c’è questione tattica per distruggere le speranze dei giovani siciliani. Sostenere il governo Lombardo è una decisione che ha una valenza devastante. “Io sono il vice presidente del PD e sono orgoglioso di essere vice presidente del PD che si è riunito a Roma. Ho sentito la medesima buona volontà, l’entusiasmo, quello che ci serve. Il PD di Roma e quello di Firenze non sono due partiti diversi: sono lo stesso partito. E io sono orgoglioso di essere vicepresidente di questo partito”.

Matteo Renzi: “Esiste una sola grande possibilità per chi crede nei valori dell’impegno: non abbandonare gli altri al proprio futuro. Eppure l’abbiamo fatto. In Brasile una donna è appena stata eletta presidente della repubblica: certo non ha fatto festini. Certo si è messa in scia di un grande personaggio e di un grande sindacato che l’hanno aiutata a crescere. Oppure prendete gli Stati Uniti: Obama prende una tranvata storica. Perché non è stato bravo a comunicare? A me piace pensare che quella scelta di cui la accusano – la riforma sanitaria – sia una di quelle scelte per cui vale la pena anche correre il rischio di prendere una tranvata. E c’è anche qualcosa che è accaduto a destra. Un ragazzo degli anni Settanta, un repubblicano. Si chiama Marco Rubio. Il primo ispanico che sta cambiando la storia del suo partito, un giovanotto maleducato. Finché la destra repubblicana avrà Rubio e la nostra destra avrà Ruby, non andremo da nessuna parte. Da sei mesi stiamo dietro a Granata, Briguglio, Bocchino. Davvero è una discussione che non riguarda l’Italia. Non è che hanno due idee diverse: non possono raccontarci che hanno cambiato idea dopo diciassette anni a votare tutte le leggi ad personam. Io ieri li ho paragonati a Beautiful, magari sono stato maleducato: aspetto che Ridge e Thorne si lamentino. Ma credete che il problema di questo paese sia la legge elettorale? Non è vero. Sì, è una legge elettorale vergognosa. Tutti vogliono cambiarla ma non dicono mai come, perché non sono d’accordo. Perché non lo fanno adesso? E allora la legge elettorale è il grande alibi per fare un bel governone tecnico per esautorare la politica e consentire a Berlusconi di riguadagnare la sua verginità politica. È mai possibile che questo partito abbia scelto il casting invece che le primarie, al momento di fare le liste elettorali? Primarie sempre e ovunque per la scelta dei parlamentari.
Se quando ho parlato di rottamazione avessi pensato che per due mesi il PD avesse parlato di rottamazione, mi sarei sganasciato dalle risate. Ma vi pare che io voglio mettere in un compattatore delle persone? Chi dice così ha un problema, perché vede se stesso nella propria carriera politica. Noi abbiamo una emergenza. Abbiamo gli stessi leader che sono lì da più di vent’anni. Nel mondo normale i partiti rimangono fermi, i leader cambiano. Da noi i partiti cambiano e non c’è possibilità di cambiare leader. Dicono: ganzo Renzi, lo dice perché ci vuole andare lui. È uno degli elementi più tristi del retropensierismo: l’idea che non si possa dire nulla senza che qualcuno dica ‘vedi cosa c’è sotto?’. L’idea che non si possa esprimere il proprio pensiero senza essere accusati di avere interessi personali. Fateci parlare liberamente di politica. Il creativo della politica italiana, parliamone.
L’Unione ha dato vita al momento più diviso della repubblica. Il Partito dell’amore: il giorno dopo che l’ha detto sembrava la guerra dei Roses. Il Popolo della Libertà: tu dissenti? Fuori. Ora, è possibile che noi ci chiamiamo Partito Democratico e si debba trattare chi non è d’accordo come un nemico?
Bersani dice ‘amate la ditta’. Vorrei presentarvi la mia maggioranza: io sono il sindaco dell’unica grande città in cui il PD è maggioranza assoluta. Lo è perché gli eletti nelle liste civiche sono entrati nel PD. Noi non siamo una componente di un partito: noi amiamo profondamente la ditta. È che non vogliamo vederla fallire. Voi dovete avere rispetto per noi, noi avremo rispetto per voi. Nessuno di noi viene da Marte o da una storia inventata. Io sono stato cooptato da presidente della provincia, non è che ho vinto la lotteria. Poi ho capito che se fossi rimasto lì sarei diventato un pollo da batteria. Dobbiamo dire al passato: grazie. Ma al futuro: sì. Non possiamo diventare i reduci e i nostalgici della politica italiana. Dicono che il problema l’ho posto io. Ma vi rendete conto che questo non è un paese normale? Non è che siccome Berlusconi sa comunicare bene, noi per essere diversi non dobbiamo comunicare. Dobbiamo fare capire alle persone quello che diciamo. Abbiamo bisogno di tornare a parlare la parola delle emozioni. La politica deve produrre sentimenti: se no produce rabbia.
Sul lavoro non ha senso fare il derby tra Marchionne e la FIOM. C’è un’urgenza di innovazione. L’unica cifra della rappresentabilità del mondo del lavoro non può essere i pensionati.
Io sono cattolico, ne sono fiero e non mi vergogno. Ne sono fiero quanto sono fiero della mia laicità quando governo da sindaco di Firenze. Quello che ho capito stando da sindaco nell’ospedale dove un ragazzo di 21 anni era appena uscito dalla sala operatoria perché in questa città un gruppo delinquenti lo avevano picchiato fino a sfigurarlo solo perché amava un uomo. Quel ragazzo mi ha fatto venire un sentimento di rabbia che è pari a quello di una signora perbene di Firenze che quando ho messo una canzone di Tiziano Ferro durante un matrimonio s’è lamentata perché era un culattone. Questo punto è un punto culturale drammatico che sostanzia la battuta di Berlusconi. Facciamo un grande investimento sull’unica cosa che ci salverà: la parola cultura, la parola bellezza. Bondi e Tremonti. Io non so chi tra loro è responsabile per la vicenda di Pompei, ma uno dei due si dimetta.
Noi pensiamo che soltanto mettendoci in gioco riusciremo a cambiare questo paese. Il nostro tempo o ce lo prendiamo noi o non ce o prendiamo mai. Da Firenze ci rimettiamo in gioco senza pretendere posti, senza invocare protezioni, ma senza chiedere ad altri ciò che ci prenderemo da soli.”

E poi Pippo Civati: “Rottamazione sarà anche un termine poco educato, ma l’usato poco sicuro di Fini non va bene. Noi vogliamo ripartire dai ritardi, dalle indecisioni e dagli sprechi del Paese. L’Italia è una tartaruga che va piano, che però potrebbe volare e occuparsi di chi verrà dopo di noi. Nella prossima Repubblica si va con una cultura politica diversa. Non è solo importante numerare le proposte, ma dare delle priorità. Immigrazione, ambiente, sono temi poco affrontati. Ci rivolgiamo a chi ha voglia di costruire un paese con un partito nuovo, quello di chi non è ancora garantito.
Non ci interessa la collocazione nostra, ma quella del PD e il suo ruolo nel mondo. Ci dicono che non abbiamo contenuti, ma ne avete sentiti in questi giorni. Ci sono cose già sentite, ci dicono, certo, peccato che in Italia nessuno le abbia poi mai fatte. Non siamo una corrente, siamo una campagna, un’energia, tanti punti di vista. Se Bersani ce lo chiede gli organizziamo una cosa simile. Vorrei un PD quasi banale. Il PD del consigliere tunisino e anche italiano. Il PD dell’artigiano di Pontida, che magari non vota più la Lega e non sa chi votare. Il giovane davanti a un PC ad Arcore o Siracusa. Un PD dedicato alle donne italiane che vanno onorate come va onorata la Repubblica.”

Rottamazione è termine indelicato se riferito ad una persona. Io sono un rottamatore delle idee e dei modi di far politica. Ed è in quest'ottica che andava e va vista il meeting della Leopolda. Spero che i più capiscano: questo tempo è nostro e ce lo prenderemo!

2 commenti:

  1. ma pensate a cose più realistiche ci avete rotto con questi rottamatori renzi civati e che cosa!scegliete se essere carne o pesce nella vita....

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  2. L'ho già detto nell'articolo: siamo rottamatori di idee e di modi di far politica..e solo di riflesso degli attuali (dagli anni 70/80 ad oggi) politici, perchè portatori di queste mentalità superate di far politica.
    Io stesso, che ho seguito i dibattiti del week-end, ho notato che in quel luogo si è parlato di fatti veri e si sono elaborate risposte vere a tutte le problematiche che attanagliano l'Italia.
    Vogliamo dire la nostra sui problemi di oggi che, per dirla tutta, solo i nuovi possono avere più a cuore.
    Caro anonimo, usando la prima persona plurale sembri voler parlare a più persone..segno che la tua mente ha collegato quanto accaduto a Firenze con qualcos'altro. Ma cosa?!?!?!?!

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