domenica 28 novembre 2010

20 in poppa: Direzione Futuro!

Ieri sera Laterza ha accolto il sindaco di Bari Michele Emiliano. Una Cittadella stracolma ha, infatti, preso parte all'evento di Laterza2020 denominato "20 in poppa".
Ad avere il compito di inaugurare la serata era proprio chi vi scrive. Non è stato facile con a un gigante dall'occhio sorridente al mio fianco e con un pubblico mai così folto. Insomma, bella emozione.
Dopo il saluto dei partiti presenti in sala (SeL non lo era perché la sua dirigenza era a Roma, alla manifestazione della CGIL), la parola è passata al candidato sindaco Gianfranco Lopane e all'illustre ospite della serata, il buon Emiliano.
Tra i due, oltre ad una buona affinità elettiva (in tutti i sensi possibili della parola "elettiva"!), c'è stato subito feeling programmatico-strutturale: dai punti chiave del programma all'importanza della squadra di governo, Emiliano ha sottolineato quanto detto da Gianfranco. L'ex magistrato non è stato avaro di consigli al candidato sindaco, alla coalizione ed alla cittadinanza.
Io, chiaramente, posso raccontare tutto da una prospettiva diversa: ero lì di fianco a lui, una bestia di stazza (fisica e politica). E francamente ho provato una certa emozione: mi è sembrato di conoscerlo da sempre!
Per questo, in alcuni frangenti (e soprattutto quando "preparava" Gianfranco alla vita da sindaco), mi è parso che a parlare ci fosse un fratello, un padre..che bonario dispensa il suo passato a chi verrà dopo.
Uniti, Gianfranco e Michele, anche nell'appello a Stano: restiamo insieme, senza pretese...perché a pretendere il meglio è il paese! E' la platea ha sonoramente approvato l'accorato appello.
L'abbraccio finale tra i due e le foto con i giovani di L2020 sono, esemplificando, la chiusura migliore per il messaggio più giusto: Laterza ora è pronta a cambiare per davvero.

P.S. In me resterà il ricordo di una serata bellissima e di una persona umana e disponibile. A nome mio, di Laterza2020, del Pd, di tutto il centrosinistra e di tutta la città...a Michele va un grandissimo GRAZIE!

mercoledì 17 novembre 2010

Lezioni di politica: il sogno come risveglio

Alle primarie milanesi vince Pisapia: un miracolo annunciato ma comunque molto bello. Eppure non riesco a comprendere come la dirigenza meneghina del Pd (sconfitto col buon Boeri) debba tornare a casa invece di continuare a costruire una coalizione ed un programma forti per espugnare la roccaforte della destra borghese (e anche un po' razzista).
La sconfitta di Boeri, di circa 5 punti percentuali, contro Pisapia non è sicuramente una cosa che deve rallegrare i vertici del Pd..ma di qui a tornare a casa ce ne vuole!
Perdere, si sa, non piace a nessuno..e guai se non fosse così! A fronte della sconfitta, l'analisi del voto è il rito immancabilmente frustrante per i vinti. Ma, a mio modesto avviso, ai democratici milanesi è mancato il tempo per rifletterci su: la sconfitta di un candidato alle primarie di coalizione non è una sconfitta del partito tout court, ma la sconfitta di un volto, di un carisma che, suo malgrado, non è stato recepito come leader di una coalizione.
Ci ripetiamo da anni che le primarie devono essere una festa della partecipazione popolare. Ma dimentichiamo che restano una competizione dove c'è chi vince e c'è chi perde. La delusione del vinto, la gioia del vincitore sono reazioni umane..ma spesso distolgono dal dato di partenza: la scelta della gente è insindacabilmente bella. E se il "Golia-Pd" perde contro il "Davide-Sel", da iscritto del Pd, mi interessa per un minuto...ma poi cerco di guardare avanti. Perché i capitoli che si chiudono, lasciano il passo ad altre parole e ad altre storie forse più belle ed avvincenti. Se le si vive insieme, ovviamente.
Questa mia riflessione nasce dalla situazione milanese della quale, francamente, non capisco i presupposti logici (le dimmissioni di una dirigenza sono naturali in caso di pesante sconfitta nelle tornate elettorali ufficiali!). Chiaramente, il canovaccio della storia milanese e il mio pensiero sono universalmente valide.
A tal proposito, uno spunto di riflessione mi vien dato da un articolo apparso sul sito della stampa (leggi qui). Credo che la lucidità dell'analisi qui riportata possa essere un severo monito per salvare la sinistra e creare una nuova mentalità, una nuova cultura, un nuovo sogno. Di sinistra, finalmente.

lunedì 8 novembre 2010

Prossima fermata Italia: rottamatori di idee

Prima di andare a studiare, mi sembra giusto postarvi qualcosina in merito all'atteso evento di questo week-end, cioè Prossima fermata Italia.
L'hanno chiamato meeting dei rottamatori. Io, da casa, non l'ho vissuto così. Ma lo guardavo con il cuore ricolmo di speranza e di gioia perché, per la primissima volta, il Pd e la sinistra parlava i politica. Sul palco si sono succeduti in tantissimi che, nei loro cinque minuti, hanno parlato di un argomento a partire da una parola chiave...in modo tale da poter formare un vocabolario di contenuti per l'Italia.
Parlare di quel che è stato detto mi è impossibile qui ma vi posterò qualche intervento dei "big" dalle quali parole, credo, occorrerà ripartire.

Ivan Scalfarotto ha scelto parola Perpetui: “Mi faccio carico io di dire che la questione generazionale c’è. C’è anche un problema generazionale. I problemi non possono che essere risolti da chi ne sente l’urgenza. Crediamo di vivere in un paese garantista sul fronte del lavoro, e invece abbiamo un esercito di giovani schiavi. Non c’è questione tattica per distruggere le speranze dei giovani siciliani. Sostenere il governo Lombardo è una decisione che ha una valenza devastante. “Io sono il vice presidente del PD e sono orgoglioso di essere vice presidente del PD che si è riunito a Roma. Ho sentito la medesima buona volontà, l’entusiasmo, quello che ci serve. Il PD di Roma e quello di Firenze non sono due partiti diversi: sono lo stesso partito. E io sono orgoglioso di essere vicepresidente di questo partito”.

Matteo Renzi: “Esiste una sola grande possibilità per chi crede nei valori dell’impegno: non abbandonare gli altri al proprio futuro. Eppure l’abbiamo fatto. In Brasile una donna è appena stata eletta presidente della repubblica: certo non ha fatto festini. Certo si è messa in scia di un grande personaggio e di un grande sindacato che l’hanno aiutata a crescere. Oppure prendete gli Stati Uniti: Obama prende una tranvata storica. Perché non è stato bravo a comunicare? A me piace pensare che quella scelta di cui la accusano – la riforma sanitaria – sia una di quelle scelte per cui vale la pena anche correre il rischio di prendere una tranvata. E c’è anche qualcosa che è accaduto a destra. Un ragazzo degli anni Settanta, un repubblicano. Si chiama Marco Rubio. Il primo ispanico che sta cambiando la storia del suo partito, un giovanotto maleducato. Finché la destra repubblicana avrà Rubio e la nostra destra avrà Ruby, non andremo da nessuna parte. Da sei mesi stiamo dietro a Granata, Briguglio, Bocchino. Davvero è una discussione che non riguarda l’Italia. Non è che hanno due idee diverse: non possono raccontarci che hanno cambiato idea dopo diciassette anni a votare tutte le leggi ad personam. Io ieri li ho paragonati a Beautiful, magari sono stato maleducato: aspetto che Ridge e Thorne si lamentino. Ma credete che il problema di questo paese sia la legge elettorale? Non è vero. Sì, è una legge elettorale vergognosa. Tutti vogliono cambiarla ma non dicono mai come, perché non sono d’accordo. Perché non lo fanno adesso? E allora la legge elettorale è il grande alibi per fare un bel governone tecnico per esautorare la politica e consentire a Berlusconi di riguadagnare la sua verginità politica. È mai possibile che questo partito abbia scelto il casting invece che le primarie, al momento di fare le liste elettorali? Primarie sempre e ovunque per la scelta dei parlamentari.
Se quando ho parlato di rottamazione avessi pensato che per due mesi il PD avesse parlato di rottamazione, mi sarei sganasciato dalle risate. Ma vi pare che io voglio mettere in un compattatore delle persone? Chi dice così ha un problema, perché vede se stesso nella propria carriera politica. Noi abbiamo una emergenza. Abbiamo gli stessi leader che sono lì da più di vent’anni. Nel mondo normale i partiti rimangono fermi, i leader cambiano. Da noi i partiti cambiano e non c’è possibilità di cambiare leader. Dicono: ganzo Renzi, lo dice perché ci vuole andare lui. È uno degli elementi più tristi del retropensierismo: l’idea che non si possa dire nulla senza che qualcuno dica ‘vedi cosa c’è sotto?’. L’idea che non si possa esprimere il proprio pensiero senza essere accusati di avere interessi personali. Fateci parlare liberamente di politica. Il creativo della politica italiana, parliamone.
L’Unione ha dato vita al momento più diviso della repubblica. Il Partito dell’amore: il giorno dopo che l’ha detto sembrava la guerra dei Roses. Il Popolo della Libertà: tu dissenti? Fuori. Ora, è possibile che noi ci chiamiamo Partito Democratico e si debba trattare chi non è d’accordo come un nemico?
Bersani dice ‘amate la ditta’. Vorrei presentarvi la mia maggioranza: io sono il sindaco dell’unica grande città in cui il PD è maggioranza assoluta. Lo è perché gli eletti nelle liste civiche sono entrati nel PD. Noi non siamo una componente di un partito: noi amiamo profondamente la ditta. È che non vogliamo vederla fallire. Voi dovete avere rispetto per noi, noi avremo rispetto per voi. Nessuno di noi viene da Marte o da una storia inventata. Io sono stato cooptato da presidente della provincia, non è che ho vinto la lotteria. Poi ho capito che se fossi rimasto lì sarei diventato un pollo da batteria. Dobbiamo dire al passato: grazie. Ma al futuro: sì. Non possiamo diventare i reduci e i nostalgici della politica italiana. Dicono che il problema l’ho posto io. Ma vi rendete conto che questo non è un paese normale? Non è che siccome Berlusconi sa comunicare bene, noi per essere diversi non dobbiamo comunicare. Dobbiamo fare capire alle persone quello che diciamo. Abbiamo bisogno di tornare a parlare la parola delle emozioni. La politica deve produrre sentimenti: se no produce rabbia.
Sul lavoro non ha senso fare il derby tra Marchionne e la FIOM. C’è un’urgenza di innovazione. L’unica cifra della rappresentabilità del mondo del lavoro non può essere i pensionati.
Io sono cattolico, ne sono fiero e non mi vergogno. Ne sono fiero quanto sono fiero della mia laicità quando governo da sindaco di Firenze. Quello che ho capito stando da sindaco nell’ospedale dove un ragazzo di 21 anni era appena uscito dalla sala operatoria perché in questa città un gruppo delinquenti lo avevano picchiato fino a sfigurarlo solo perché amava un uomo. Quel ragazzo mi ha fatto venire un sentimento di rabbia che è pari a quello di una signora perbene di Firenze che quando ho messo una canzone di Tiziano Ferro durante un matrimonio s’è lamentata perché era un culattone. Questo punto è un punto culturale drammatico che sostanzia la battuta di Berlusconi. Facciamo un grande investimento sull’unica cosa che ci salverà: la parola cultura, la parola bellezza. Bondi e Tremonti. Io non so chi tra loro è responsabile per la vicenda di Pompei, ma uno dei due si dimetta.
Noi pensiamo che soltanto mettendoci in gioco riusciremo a cambiare questo paese. Il nostro tempo o ce lo prendiamo noi o non ce o prendiamo mai. Da Firenze ci rimettiamo in gioco senza pretendere posti, senza invocare protezioni, ma senza chiedere ad altri ciò che ci prenderemo da soli.”

E poi Pippo Civati: “Rottamazione sarà anche un termine poco educato, ma l’usato poco sicuro di Fini non va bene. Noi vogliamo ripartire dai ritardi, dalle indecisioni e dagli sprechi del Paese. L’Italia è una tartaruga che va piano, che però potrebbe volare e occuparsi di chi verrà dopo di noi. Nella prossima Repubblica si va con una cultura politica diversa. Non è solo importante numerare le proposte, ma dare delle priorità. Immigrazione, ambiente, sono temi poco affrontati. Ci rivolgiamo a chi ha voglia di costruire un paese con un partito nuovo, quello di chi non è ancora garantito.
Non ci interessa la collocazione nostra, ma quella del PD e il suo ruolo nel mondo. Ci dicono che non abbiamo contenuti, ma ne avete sentiti in questi giorni. Ci sono cose già sentite, ci dicono, certo, peccato che in Italia nessuno le abbia poi mai fatte. Non siamo una corrente, siamo una campagna, un’energia, tanti punti di vista. Se Bersani ce lo chiede gli organizziamo una cosa simile. Vorrei un PD quasi banale. Il PD del consigliere tunisino e anche italiano. Il PD dell’artigiano di Pontida, che magari non vota più la Lega e non sa chi votare. Il giovane davanti a un PC ad Arcore o Siracusa. Un PD dedicato alle donne italiane che vanno onorate come va onorata la Repubblica.”

Rottamazione è termine indelicato se riferito ad una persona. Io sono un rottamatore delle idee e dei modi di far politica. Ed è in quest'ottica che andava e va vista il meeting della Leopolda. Spero che i più capiscano: questo tempo è nostro e ce lo prenderemo!

Lode del dubbio (di Bertolt Brecht)

Sia lode al dubbio! Vi consiglio, salutate
serenamente e con rispetto chi
come moneta infida pesa la vostra parola!
Vorrei che foste accorti, che non deste
con troppa fiducia la vostra parola.


Leggete la storia e guardate
in fuga furiosa invincibili eserciti.
In ogni luogo
fortezze indistruttibili rovinano e
anche se innumerabile era l'armata salpando,
le navi che tornarono
le si potè contare.
Fu così un giorno un uomo sulla inaccessibile vetta
e giunse una nave alla fine
dell'infinito mare.

Oh bello lo scuoter del capo
su verità incontestabili!

Oh il coraggioso medico che cura
l'ammalato senza speranza!

Ma d'ogni dubbio il più bello
è quando coloro che sono
senza fede, senza forza, levano il capo e
alla forza dei loro oppressori
non credono più!

Oh quanta fatica ci volle per conquistare il principio!
Quante vittime costò!
Com'era difficile accorgersi
che fosse così e non diverso!
Con un respiro di sollievo un giorno
un uomo nel libro del sapere lo scrisse.

Forse a lungo là dentro starà e più generazioni
ne vivranno e in quello vedranno un'eterna sapienza
e spezzeranno i sapienti chi non lo conosce.
Ma può avvenire che spunti un sospetto, di nuove esperienze,
che quella tesi scuotano. Il dubbio si desta.
E un altro giorno un uomo dal libro del sapere
gravemente cancella quella tesi.

Intronato dagli ordini, passato alla visita
d'idoneità da barbuti medici, ispezionato
da esseri raggianti di fregi d'oro, edificato
da solennissimi preti, che gli sbattono alle orecchie
un libro redatto da Iddio in persona,
erudito da impazienti pedagoghi, sta il povero e ode
che questo mondo è il migliore dei mondi possibili e che il buco
nel tetto della sua stanza è stato proprio previsto da Dio.
Veramente gli è difficile
dubitare di questo mondo.
Madido di sudore si curva l'uomo
che costruisce la casa dove non lui dovrà abitare.

Ma sgobba madido di sudore anche l'uomo
che la propria casa si costruisce.
Sono coloro che non riflettono, a non
dubitare mai. Splendida è la loro digestione,
infallibile il loro giudizio.
Non credono ai fatti, credono solo a se stessi.

Se occorre, tanto peggio per i fatti.
La pazienza che han con se stessi
è sconfinata. Gli argomenti
li odono con gli orecchi della spia.

Con coloro che non riflettono e mai dubitano
si incontrano coloro che riflettono e mai agiscono.
Non dubitano per giungere alla decisione, bensì
per schivare la decisione.
Le teste
le usano solo per scuoterle. Con aria grave
mettono in guardia dall'acqua i passeggeri dl navi che affondano.
Sotto l'ascia dell'assassino
si chiedono se anch'egli non sia un uomo.

Dopo aver rilevato, mormorando,
che la questione non è ancora sviscerata vanno a letto.
La loro attività consiste nell'oscillare.
Il loro motto preferito è: l'istruttoria continua.

Certo, se il dubbio lodate
non lodate però
quel dubbio che è disperazione!
Che giova poter dubitare, a colui
che non riesce a decidersi!
Può sbagliare ad agire
chi di motivi troppo scarsi si contenta!
Ma inattivo rimane nel pericolo
chi di troppi ha bisogno.

Tu, tu che sei una guida, non dimenticare
che tale sei, perché hai dubitato
delle guide! E dunque a chi è guidato
permetti il dubbio!

martedì 2 novembre 2010

CHI FERMERA' LA MUSICA?

In queste ore attacchi personali a tutti: ai ragazzi di L2020, ai partiti, ai sindacati, a me (pooovero me!), a Gianfranco Lopane...a tutto e tutti!
Allora per stemperare un po' gli animi...ho un video musicale per tutti!

AI RAGAZZI DI LATERZA2020


A GIANFRANCO LOPANE


AI SUOI ELETTORI


E QUESTA LA DEDICO A TUTTI..MA SPECIALMENTE A ME!


Queste canzoni le pubblico per sorridere un po'. Perché oggi non ho sorriso per nulla: amici che leggete, noi ragazzi siamo stanchi d queste polemiche sterili e basate sul pettegolezzo. Sappiamo che non si potrà mai esser tutti d'accordo su di una persona (è chiaro: le opinioni di tutti sono personali e quindi diverse tra loro). Vi chiedo, anche a nome degli altri ragazzi di L2020, solo una cosa: rispettateci per quello che abbiamo fatto, e cioè per il nostro lavoro che è sotto gli occhi di tutti se solo ci raggiungete in sede.
Per quanto riguarda le critiche, noi le sappiamo accettare...ma le gradiremmo costruttive! Insomma, parliamo di cosa non ci piace della nostra città, come vorremo fosse, cosa fare per i giovani, per le donne, per gli anziani..e via discorrendo.
Spero solo che questo post...non rechi sotto di se la scritta "0 commenti".
Un abbraccio,
Seneca

UNA VITTORIA DI TUTTI E PER TUTTI

Un titolo del genere farebbe pensare ad un pareggio. E invece no ed è giusto che qualcuno abbia vinto. In questo caso Gianfranco Lopane che ha ottenuto 1926 preferenze al cospetto delle 1678 di Sebastiano Stano.
Sarà quindi lui a guidare il centro-sinistra alle comunali dell'anno venturo.
Un progetto, quello incarnato alle primarie da Gianfranco, che parte da lontano e lontano vuole arrivare. E mi riferisco ai ragazzi, folli realisti, di Laterza2020 che tanto hanno lavorato in questi mesi (chi vi scrive ha dovuto rimandare un esame per gli impegni politici: lo rifarei, ben inteso!) e che domenica notte hanno gioito.
Vi parlo a titolo personale: a risultato acquisito ho pianto lacrime che sapevano di stress e gioia, di stanchezza e felicità.
Ho seguito lo scrutinio lontano dal seggio per la tensione accumulata nella giornata ma poi mi sono fiondato alla Cittadella. E lì ho trovato tutti i compagni di un avventura estenuante e esaltante e, con loro, gli abbracci sembravano non finire mai.
Mi sono commosso tantissimo all'abbraccio con Giuseppe, con la mia ragazza (che tanto mi ha sostenuto in questi mesi), con gli amici pre-politici e con Gianfranco che vedendomi ha esclamato "Dove ti eri cacciato Seneca?!?". E Seneca l'ha abbracciato come si deve ad un amico oramai di vita e non solo di politica.
Ma, giustamente, dopo i nostri abbracci c'era qualcun'altro che andava degnamente salutato: Sebastiano Stano al quale ho detto che, sì, ai miei occhi era stato bravo. L'abbraccio con Stefano, mio caro amico di lunga data e nipote di Sebastiano, sapeva di vittoria comune. Stefano ripeteva che era stata una grande festa. E come dargli torto: 3700 in coda, col freddo, per votare alle primarie di una coalizione non è cosa che accade spesso.
Ecco allora spiegato il titolo di questo post: la partecipazione è stata la vittoria di tutti. E tutta quella gente era lì per chiederci di stare uniti. Perché solo uniti, con un progetto forte e con un rinnovamento di competenza riusciremo a vincere.
E' giusto sottolineare, però, l'importanza e la forza dei quasi 2000 voti presi da Gianfranco: la gente ha scelto, vuole e pretende il nuovo di faccia e di stile politico. E' la scelta che io auspicavo...e noi di L2020 tiriamo dritto su questa strada.
Allora va bene così: Gianfranco è stato scelto come capitano della squadra. Ora, però, formiamo una bella lista: è la gente che ce lo chiede, non deludiamola!