mercoledì 17 novembre 2010

Lezioni di politica: il sogno come risveglio

Alle primarie milanesi vince Pisapia: un miracolo annunciato ma comunque molto bello. Eppure non riesco a comprendere come la dirigenza meneghina del Pd (sconfitto col buon Boeri) debba tornare a casa invece di continuare a costruire una coalizione ed un programma forti per espugnare la roccaforte della destra borghese (e anche un po' razzista).
La sconfitta di Boeri, di circa 5 punti percentuali, contro Pisapia non è sicuramente una cosa che deve rallegrare i vertici del Pd..ma di qui a tornare a casa ce ne vuole!
Perdere, si sa, non piace a nessuno..e guai se non fosse così! A fronte della sconfitta, l'analisi del voto è il rito immancabilmente frustrante per i vinti. Ma, a mio modesto avviso, ai democratici milanesi è mancato il tempo per rifletterci su: la sconfitta di un candidato alle primarie di coalizione non è una sconfitta del partito tout court, ma la sconfitta di un volto, di un carisma che, suo malgrado, non è stato recepito come leader di una coalizione.
Ci ripetiamo da anni che le primarie devono essere una festa della partecipazione popolare. Ma dimentichiamo che restano una competizione dove c'è chi vince e c'è chi perde. La delusione del vinto, la gioia del vincitore sono reazioni umane..ma spesso distolgono dal dato di partenza: la scelta della gente è insindacabilmente bella. E se il "Golia-Pd" perde contro il "Davide-Sel", da iscritto del Pd, mi interessa per un minuto...ma poi cerco di guardare avanti. Perché i capitoli che si chiudono, lasciano il passo ad altre parole e ad altre storie forse più belle ed avvincenti. Se le si vive insieme, ovviamente.
Questa mia riflessione nasce dalla situazione milanese della quale, francamente, non capisco i presupposti logici (le dimmissioni di una dirigenza sono naturali in caso di pesante sconfitta nelle tornate elettorali ufficiali!). Chiaramente, il canovaccio della storia milanese e il mio pensiero sono universalmente valide.
A tal proposito, uno spunto di riflessione mi vien dato da un articolo apparso sul sito della stampa (leggi qui). Credo che la lucidità dell'analisi qui riportata possa essere un severo monito per salvare la sinistra e creare una nuova mentalità, una nuova cultura, un nuovo sogno. Di sinistra, finalmente.

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