domenica 12 dicembre 2010

NIENTE PAURA

Non pensavo fosse così. Non pensavo che criticare l'azione significasse insultare l'essere. Non pensavo...
Confesso: non ho mai avuto paura di nulla e di nessuno. Perchè con nessuno ho avuto comportamenti lesivi. Ma alcuni piccoli episodi mi hanno raggelato. Se da me si vuole una risposta, non sarà certo una risposta di resa, di abbandono. Spero solo di non rimanere solo.
"Niente paura, ci pensa la vita...mi han detto così!
A parte che ho ancora il vomito per quello che riescono a dire
Non so se son peggio le balle oppure le facce che riescono a fare."




NON HO PAURA

venerdì 10 dicembre 2010

CHISSA' COME FINI-RA'?

Data astrale 10 dicembre 2010: mentre Laterza vive il suo giorno 306 senza il suo populista preferito, a Roma per un altro, ben più importante, populista si avvicina una data cruciale per la sua attività governativa.
Il 14 dicembre, infatti, è calendarizzato il voto di sfiducia alla Camera dei Deputati. Che si aprano le danze allora! O meglio: le trattative!
Così, mentre un PdL prova a ricucire con Fli, un altro PdL prova (e anche con discreti risultati) a "convincere" qualche scontento seduto (ma solo seduto!) nei banchi della sinistra a "zompà" dall'altra parte (vi giro questo video per rendervi l'idea!).
Uno dei procacciatori è Mario Pepe che spensierato rilascia un intervista a la Repubblica (questo il link): un intervista da antologia per gli appassionati di thriller psicologici. Il medico pidiellino risponde lapidario e serafico. E ribadisce che lui "capto, intravede, a volte origlia, spesso intuisce" come solo uno che "sa stare in campo" sa fare. Ecco che ritorna l'espressione "saper stare in campo": degna più di un piazzista che di un parlamentare. Verrebbe da pensare: che sa da fà per campà!
Intanto spunto le prime defezioni, le prime cavalcate da sinistra verso destra. Il primo transfugo è Antonio Razzi che lascia l'IdV per NoiSud perché il brutto rapporto con Di Pietro ha minato la salute della moglie, almeno così afferma l'onorevole(?).
I "secondi" (sono tre ma vanno a braccetto) sono Massimo Calearo (ex Api), Bruno Cesario (ex Api) e Domenico Scilipoti (ex IdV): con la loro unione nasce il "Movimento di responsabilità nazionale". "Ci stimavamo da sempre e ci siamo uniti ora!" - afferma Scilipoti. Nella conferenza stampa, il "grande" partito si mostra già plurale: tre persone, tre voti diversi per la sfiducia. Insomma, discussione e libertà di pensiero: un partito che già mi affascina!
Mi soffermo, però, sul più "comico" dei tre: Domenico Scilipoti. Comico nelle affermazioni e nel fisico (ditemi se non assomiglia a Danny DeVito!). Ed è, per me, comico per le parole con le quali esprime la sua posizione politica. Termini come "responsabilità", "scelta" e "raziocinio" hanno una valenza sacra per la politica (come per la vita). Ma detti da lui, questi concetti, subiscono uno "strappo semantico" non indifferente: come può essere responsabile e sincero (parola poco citata in politica e spesso mal sostituita con "fedele") un uomo che passa da una parte all'altra il giorno prima di una votazione cruciale per il governo e per il Paese? dov'era prima questa responsabilità che ora s'accende nei cuori di questi cavalieri della Nazione? Domande queste che, se poste ai diretti interessati, non avrebbero responsabili risposte ("responsabilità" deriva dal latino "respondeo" e, a rigor di logica, significa "rispondere di/a").
Detto questo, confesso, il titolo di questo post prende spunto dall'affermazione del Presidente Napolitano che, negando qualsiasi capacità premonitoria, dichiarava di aspettare per vedere "come va a finire".
Nell'attesa, per chi è ingordo di notizie e di pettegolezzi politici c'è la diretta di la Repubblica (questo il link). Insomma, "Tutta la compravendita minuto per minuto": perché nessuno vuole morire a Natale!

mercoledì 1 dicembre 2010

La politica laertina ai tempi del panettone

"Sabato sera sono stato a Laterza (Taranto) per presentare il candidato sindaco del centrosinistra alle prossime elezioni comunali. Si chiama Gianfranco Lopane ed è un giovane ingegnere gestionale laureato al Politecnico di Bari che ha stravinto le primarie con quasi duemila voti. Mi ha commosso sentirlo parlare con competenza ed emozione della sua città". Così Michele Emiliano commenta, sulla sua pagina Facebook, la serata laertina. A lui (che ha promesso di tornare e noi, chiaramente, lo aspettiamo a braccia aperte!) ri-va il mio più sentito ringraziamento, anche a nome dei 2020boys&girls, del csx partitico e associazionistico..ma anche (e soprattutto) di tutta la cittadinanza che, sabato sera, è stata ammaliata da questo gigante della buona politica.

Eppure the "show must go on". Andiamo avanti, allora. Quali sono i prossimi passi, dite? Io "milito" nel centrosinistra e, dunque, di centrodestra ne capisco poco. Eppure due parole le spenderò pure per l'altra fazione.
Dicevamo "show must go on". E lo spettacolo continuerà per tutti.
Urge, per cominciare la delucidazione, una riflessione costruita sulla fonetica inglese. La terminologia verbale "go on" in inglese si pronuncia allo stesso modo di "gone". Chiaramente, però, i due verbi hanno significato diverso. Chiarisco meglio: "go on" ha il significato di "andare avanti" o "continuare"; mentre "gone" significa "andato", "finito", "passato", "spacciato", "perduto". Capite ora che ad una similissima pronuncia non corrisponde una interpretazione altrettanto speculare.
Ma, allora, per chi lo spettacolo ha buone possibilità di proseguire (go on) e per chi, invece, sembra, a mio modo di vedere, ormai alle battute conclusive (gone)?
Il centrosinistra, anche grazie alle primarie, ha trovato una quadratura per quanto riguarda il capitano della squadra, per un impalcatura programmatica e per i criteri per la formazione della lista (competenza, moralità, parità di genere, assenza di conflitto di interessi). La volontà, inoltre, è quella di comporre una squadra che, partendo dai suddetti criteri, valorizzi il "nuovo che avanza" senza per questo estirpare quella giusta esperienza che può far solo bene in un'amministrazione comunale. Tutti i partiti, inoltre, si stanno impegnando come possono, assieme al candidato sindaco per recuperare lo scontento Stano e serrare definitivamente le fila. Le premesse sono ottime ed incoraggianti: lo show può andare avanti (ci è scappata anche la rima, mi è aumentata anche l'autostima!...altra rima).
Il fronte centrodestra appare ancora frastagliato: quattro candidati per il PdL (Iacobellis, Minei, Pugliese, Saccomanni) e tre del neonato movimento Tradizione e Progresso (Di Lena Vito, Perrone Francesco, Catucci: ho specificato i nomi dei primi due non per preferenza ma per evitare omonimie). Tutti candidati, qualcuno un po' più degli altri ma tutti legittimati e auto-legittimantesi.
Qualcuno lascia commenti laconici su facebook, qualcuno gira per la città dicendo, quasi in lacrime, di essere pronto ad un passo indietro, qualcuno gira per bar ridendo e scherzando con la gente mentre riassapora la luce dopo anni di buio. Qualcuno là, qualcuno qua, qualcuno lì.
La vox populi, sempre arguta e preparata, annuncia un ricompattamento imminente del gruppo destrista. E la suddetta vox, sibilando, dice anche il perché: paura di perdere il piccolo scettro, la rete di potere creata in circa 10 anni di amministrazione. Questo, però, lo dice il popolo. Come dite? Il Presidente del Consiglio ha detto che il popolo ha sempre ragione (quando sceglie lui!)? Ah bè, forse gliel'ha detta Putin!
Tornando seri: il centrodestra è lontano da un definitivo assetto (compatto o diviso). Quindi lo show, almeno per ora, sembra, per loro, ai titoli di coda. E ciò sembra ancora più vero anche per un dato meramente politico: in questi 297 giorni senza sindaco, il PdL è stato pressoché assente dalla piazza e vuoto in proposta politica. Pertanto, aspetto con impazienza una idea, una parola di verità su tutto anche dal cdx. E sarò qui, pronto a parlarne criticamente (nel senso greco del termine!).
Eppure, amiche e amici, la situazione è talmente atipica da crearmi pensieri, ma soprattutto dubbi. Ho parlato con un esponente politico del centrodestra laertino, il quale mi riferiva della sua sicurezza nella riappacificazione della ex-maggioranza..e poi della loro vittoria finale. Non mi ha affatto convinto, per esser sinceri. E i dubbi son restati e credo che con me mangeranno il panettone.
Anche perché, scrisse Luciano De Crescenzo nel suo libro intitolato Il dubbio: "Solo gli imbecilli non hanno dubbi!", "Ne sei sicuro?", "Non ho alcun dubbio!".

P.S. In inglese le frasi corrette per esprimere le differenze emerse da quest'analisi sarebbero così: "the show must go on" e "the show is gone", "lo spettacolo deve continuare" e "lo spettacolo è finito".
A presto