sabato 24 luglio 2010

LA DROGA LAERTINA: SI CHIUDE UN CASO (di Mimmo Mazza, da La Gazzetta del Mezzogiorno)

Ingoiò 15 grammi di cocaina per cercare di rendere meno “pesante” la sua situazione. Ma rischiò di morire.
Il giudice per l’udienza preliminare Pompeo Carriere ha condannato a 6 anni e 8 mesi di reclusione Cosimo Sangiorgio, il 31enne di Laterza arrestato dai carabinieri nel dicembre del 2009, soccorso dai sanitari del carcere di via Magli nelle ore immediatamente successive all’arresto.
Sangiorgio era stato fermato qualche ora prima da una pattuglia del Nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Castellaneta. I militari, guidati dal capitano Alfredo Beveroni e dal maresciallo Antonio Barnabà, hanno incrociato l’uomo mentre, insieme con un amico, Luigi Larato, operaio incensurato di 29 anni sempre di Laterza, si aggirava con fare sospetto per le strade della periferia del paese.
Al controllo dei carabinieri, i due occupanti della vettura hanno reagito con fare estremamente equivoco, tradendo grande nervosismo.
I militari non hanno mangiato la foglia e hanno immediatamente chiesto di procedere alla perquisizione del mezzo. Controlli approfonditi sono stati effettuati anche ad dosso agli stessi soggetti.
I militari, al termine degli accertamenti, hanno trovato addosso a Larato alcuni involucri contenenti 5 grammi di hashish. In tasca a Sangiorgio, invece, c’erano 700 euro in contanti ed assegni postdatati per un valore di circa 12.000 euro.
A quel punto era chiaro che i due uomini nascondessero qualcosa di losco. I militari della pattuglia hanno così deciso di estendere la perquisizione anche alle abitazioni dei due fermati e, presso il domicilio di Sangiorgio, sono stati ritrovati, nascosti in un ripostiglio ricavato in sottoscala, 185 grammi di cocaina pura avvolta in più strati di cellophane. Non è ancora chiaro quando l’uomo abbia inghiottito la cocaina. Al termine della perquisizione a casa di Sangiorgio, i due malfattori sono stati accompagna ti in caserma per completare gli accertamenti e, subito dopo essere stati dichiarati in arresto, sono stati condotti in carcere a Taranto dagli stessi carabinieri che li avevano fermati solo qualche ora prima.
Una volta arrivato in carcere, però, Sangiorgio ha iniziato a sentirsi molto male e, soccorso dai sanitari della struttura penitenziaria, è stato costretto ad ammettere che alcune ore prima, alla vista dei carabinieri che stavano per controllarlo, aveva ingerito un involucro contenente 15 grammi di cocaina. L’intervento del personale sanitario ha permesso di recuperare l’involucro ingerito e di salvare l’uomo.
Cosimo Sangiorgio, difeso dall’avvocato Salvatore Magg i o, ha preferito definire ieri la sua posizione, facendosi giudicare dal GUP Pompeo Carriere con il rito abbreviato.

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