venerdì 9 luglio 2010

Jean-Paul Sartre: Le mani sporche

Le mani sporche (Les mains sales) è un dramma in sette scene scritto da Jean-Paul Sartre. L'azione si svolge in un paese fittizio dei Balcani durante la seconda guerra mondiale, mentre inizia la disfatta tedesca e all'interno del partito comunista già si pongono i problemi del dopoguerra.
Hoederer, capo dell'ufficialità comunista, è schierato su posizioni collaborazioniste, ma gli altri dirigenti del partito non condividono la sua linea politica e decidono di eliminarlo. Incaricato di questa missione è Hugo, giovane intellettuale marxista di origini borghesi. Hugo si stabilisce con la moglie Jessica in casa di Hoederer come segretario.
I due oppongono i rispettivi punti di vista: Hugo vuole solo preservare la purezza del suo ideale, mentre Hoederer crede in una politica efficace anche se per applicarla si è costretti a "sporcarsi le mani". Hoederer capisce che il vero problema di Hugo è quello di sentirsi respinto da ogni collettività umana, escluso dal mondo borghese per sua scelta, lo è anche dal mondo proletario in cui non è nato. Hoederer si propone di aiutarlo. Dopo qualche esitazione Hugo sta per accettare quando scopre Jessica tra le braccia di Hoederer. Credendosi preso in giro, lo uccide. All'uscita della prigione Hugo scopre che la linea politica di Hoederer è stata ufficialmente accettata da tutti i dirigenti che ora vorrebbero fargli ammettere che ha ucciso per ragioni esclusivamente personali. Hugo rifiuta questa interpretazione strumentale del suo atto, e si getta sotto i proiettili dei suoi ex-compagni.

Eccone un piccolo estratto significativo di quello che il rapporto di un uomo politico con gli altri.
[...]
Hoederer: "Allora perché sei venuto tra noi? Se non si amano gli uomini, non si può lottare per loro".
Hugo: "Sono entrato nel Partito perché la sua causa è giusta e non ne uscirò che quando essa avrà cessato di esserlo. Quanto agli uomini, non mi interessa quello che sono, ma quello che potranno diventare".
Hoederer: "E io li amo per quello che sono. Con tutte le loro porcherie e i loro vizi. Amo la loro voce, le loro mani calde che prendono, e la loro pelle, la più nuda di tutte le pelli, e il loro sguardo inquieto, e la lotta disperata che portano a uno a uno contro la morte e l’angoscia. Per me conta, un uomo di più o di meno nel mondo. È prezioso. Tu, ti conosco bene, ragazzo, sei un distruttore. Gli uomini li detesti, perché detesti te stesso; la tua purezza assomiglia alla morte, e la rivoluzione che sogni non è la nostra: tu non vuoi cambiare il mondo, vuoi farlo saltare".


P.S./1: Pubblico questa sintesi e questo breve dialogo perchè la politica è così: abbiamo tutti uno Hugo e uno Hoederer dentro di noi. Amare per cambiare vs. Amare per amore...
P.S./2: E poi lo "sporcarsi le mani" di Sartre va letto bene. Non è una posizione supina alle combutte, agli intrighi e alle corruzioni. Ma è un impegno severo e sudato. Una dannazione in vista di una redenzione. "Basta" essere forti...
P.S./3: Questo post ha un suo senso (e peso) specifico. Nulla è mai pe niente. Basta capirlo!

3 commenti:

  1. forse la sinistra le mani se le è sporcate troppo.

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  2. Perché compare il Partito Democratico?
    Per criticarlo, spero.

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  3. Consiglio di vedere l'adattamento televisivo de 'Le mani sporche' realizzato nel '78 dal grande Elio Petri e interpretato da eccellenti attori, fra i quali Marcello Mastroianni.

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