mercoledì 26 maggio 2010

NON-SENSO DEL DIBATTITO ARISTOTELICO

Può un vecchio (e saggio) filosofo greco essere usato per giustificare affermazioni in difesa di un'organizzazione che (comunque la si pensi) promuove e incentiva la distruzione di popolo (quello ebraico nella fattispecie)? Nient'affatto, si dirà. Eppure guardate qui sotto!



In questo video una studentessa musulmana dell’Università di San Diego (USCD) rivela di essere a favore di Hamas e alla domanda se Hezbollah abbia ragione o torto ad augurarsi che tutti gli ebrei facciano ritorno in Israele così da poterli fare fuori più comodamente, senza dover dare loro la caccia in giro per il mondo, risponde con un serio e duro "sì".
La notizia è stata pubblicata il 18 maggio scorso dal Los Angeles Times a firma di Jonah Goldberg che ha poi inviato una mail all'USCD per ricevere chiarimenti in merito all'accaduto e sulle possiblità di conseguenze negative per la ragazza. Nessuna conseguenza, risponde l’Università: il nostro fondamento, come tracciato da Aristotele, sono “il dialogo e il dibattito“, oltre alla “libertà d’espressione”, naturalmente.
Di fronte a tali risposte, al buon Goldberg non è restato altro che scrivere che: this endorsement of genocide is brought to you by Aristotle (ovvero che "tale linea culturale è stata mutuata da Aristotele").
Goldberg aggiunge poi che certe forme di razzismo sono più tollerate di altre. Secondo Goldberg, ciò dipende dal fatto che una parte della nostra società non riesca ad agire che seguendo un "copione" che venga ritenuto adeguato. E un copione per affrontare affermazioni come quella della studentessa musulmana non sarebbe stato ancora elaborato. Bisognerebbe ritornare a riflettere, conclude Goldberg: senza dare retta né alla "sceneggiatura" che dipinge tutti i musulmani come attentatori né a quella che, all’opposto, predica un relativismo tale per cui propagandare lo sterminio e difendere la vita valgano lo stesso.

Mi permetto, allora, di fare una quadra generale partendo dalle conclusioni di Goldberg. E' vero. Siamo oramai immersi in un mondo dove la "via mediana" tra due visioni è praticamente impossibile da percorrere. E questo avviene anche (e soprattutto) per argomenti dove il mondo sembra essere molto più avanti di noi. Come il multiculturalismo. Un multiculturalismo che si fondi, appunto, sulla ricchezza delle differenze. Un pò come il vero dialogo aristotelico (o meglio della filosofia greca e di quella medievale). Dove, in definitiva, la differenza era un arricchimento, non un ostacolo.

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