venerdì 29 marzo 2013

Di feste comandate

Già ieri, una breve passeggiata e ho rivisto tanti ragazzi appena tornati a casa. Studiano lontano da Laterza, anche fuori dalla Puglia, in alcuni casi anche al di là dei confini patrii.
Scambieremo due parole, ci saluteremo e poi andrete via. Ci rincontreremo "alla Madonna" o, al peggio, in estate. E va bene, così. 
Io resto qui ed è bello pensarvi come pendoli dell'orologio della mia esistenza.

Anche se non è scritto, vorrei che un giorno torniate qui. A riscattare questa Terra che è vostra, a scriverne un pezzo di storia, a dare continuità alla normalità eccezionale o ad innovare le tradizioni.
Io sogno che il futuro ci veda uniti come eravamo nel passato. Il presente è una scelta sempre in proroga: mai nessuno sceglie qualcosa definitivamente. E' l'aspetto più normale e apprezzabile del precariato.

Ce la faremo tutti. 
Perché il lieto fine di una storia esiste per scrivere le pagine che lo procedono.

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